Teoria della mente e malattia di Parkinson
Nella malattia di Parkinson può essere presente una difficoltà definita di “cognizione sociale”.
In particolare per quanto riguarda le capacità della Teoria della Mente (d’ora in avanti abbreviata in ToM).
La cognizione sociale è una capacità cognitiva necessaria per produrre dei comportamenti socialmente adeguati e un suo prerequisito fondamentale è l'abilità di generare un concetto degli stati mentali delle altre persone, questo prerequisito è la ToM.
La ToM è quindi l’abilità psicologica di capire e prevedere il comportamento attraverso la comprensione degli stati mentali , ovvero credenze, emozioni, desideri, intenzioni, pensieri, di sé e degli altri. La ToM è suddivisa in una parte affettiva, ossia i processi empatici piuttosto immediati, e in una parte cognitiva, che comprende la capacità di ragionare sugli stati mentali, come ad esempio le intenzioni o le motivazioni dietro ad un comportamento.
Nei pazienti con Parkinson sono state descritte difficoltà della ToM cognitiva e affettiva che sembrano aumentare con la progressione della malattia. Diversi studi indicano come possibile causa la carenza di dopamina, anche se non è chiaro quanto la terapia con levodopa possa influire sulla ToM.
Uno studio appena pubblicato ha quindi voluto indagare la ToM cognitiva, tramite un noto test chiamato Faux Pas Recognition Test (FPRT), e la ToM affettiva tramite il Reading the Mind in the Eyes Test (RMET) su 15 persone con Parkinson e 13 controlli sani.
Il primo test comprende 20 brevi storie in cui i personaggi comunicano tra loro. Metà di esse contengono conversazioni inappropriate rispetto alle regole sociali, l'altra metà no. Per ogni storia, si deve rispondere se la scorrettezza era presente e, in caso affermativo, perché è inappropriata, quale obiettivo perseguiva, se è stata formulata accidentalmente o di proposito e quali emozioni ha scatenato negli interlocutori.
Nel secondo test, RMET, si deve decidere in merito agli stati emotivi osservando alcune foto che mostrano gli occhi di persone. La decisione viene presa tra quattro opzioni predefinite, ad esempio arrabbiato, triste, amichevole e flirtante. Poiché il compito richiede la decodifica percettiva delle espressioni facciali, il RMET misura le capacità empatiche, cioè la ToM affettiva. Le persone con Parkinson sono state sottoposte a due somministrazioni di test, uno durante il trattamento abituale e un altro dopo almeno 18 ore di sospensione della levodopa (rispettivamente MED-ON e MED-OFF). In entrambe le occasioni sono stati misurati i livelli sierici del farmaco e la gravità dei sintomi motori tramite la scala Unified Parkinson's Disease Rating Scale (UPDRS). I risultati hanno mostrato che i pazienti hanno ottenuto risultati peggiori rispetto ai controlli nei test ToM sia affettivi che cognitivi.
Per quanto riguarda la terapia dopaminergica, non è stata identificata alcuna differenza di prestazioni in qualsiasi compito legato alla ToM in funzione della terapia con levodopa. In conclusione, quindi, la sostituzione della dopamina, efficace per migliorare i sintomi motori, non sembra modificare le difficoltà cognitivo-affettive di cognizione sociale. Potrebbe essere dunque interessante studiare se un trattamento riabilitativo cognitivo e psicologico possa migliorare queste difficoltà.
A cura della dr.ssa Viviana Cereda, neuropsicologa, Fondazione Grigioni
Fonte: Usnich, T., Krasivskaya, E., & Klostermann, F. (2023). Theory of mind deficits in Parkinson’s disease are not modulated by dopaminergic medication. Frontiers in Neurology, 14.