Freezing e Parkinson
Il freezing della marcia è un sintomo grave che può colpire i nostri pazienti, specialmente nelle fasi avanzate della malattia, provocando una transitoria ed episodica incapacità di effettuare passi in avanti.
Il freezing è particolarmente pericoloso perché porta ad elevato rischio di cadute, esponendo il paziente a fratture, ospedalizzazione, immobilizzazione e diminuendo la sua qualità di vita. Ci sono numerose evidenze sperimentali e cliniche che suggeriscono come il freezing sia strettamente legato alle alterazioni posturali tipiche della malattia di Parkinson. Il cammino parkinsoniano è infatti caratterizzato da un’eccessiva flessione del tronco, particolarmente nei pazienti più soggetti alle cadute. Il disallineamento fra il tronco e gli arti inferiori è di particolare importanza perché può portare ad uno sbilanciamento del peso in avanti, compromettendo così l’equilibrio del paziente. Nonostante queste evidenze cliniche, l’impatto delle alterazioni posturali - e in particolari quelle del tronco - sulle capacità locomotorie nei pazienti parkinsoniani con freezing non era finora mai stato rigorosamente studiato.
Nel nostro studio, ci siamo per la prima volta proposti di esplorare come le alterazioni della colonna vertebrale influenzino il cammino nei pazienti con questa problematica. Abbiamo effettuato l’analisi del movimento in 47 partecipanti con diagnosi di malattia di Parkinson, con freezing (N = 24) o senza freezing (N = 23), e in 15 controlli sani di pari età, durante la stazione eretta e la deambulazione. Abbiamo in particolare valutato le principali variabili spinali (lunghezza della colonna vertebrale, angoli di lordosi e cifosi, inclinazione del tronco), gli angoli del bacino e gli angoli di inclinazione fra le spalle e il bacino. Durante la stazione eretta e la deambulazione, entrambi i gruppi di pazienti hanno mostrato un aumento dell'inclinazione del tronco e una riduzione dell'angolo di lordosi rispetto ai controlli sani, oltre a una diminuzione dell’escursione del movimento dell'angolo di cifosi, dell'obliquità del bacino e degli angoli fra le spalle e il bacino.
Solo i pazienti con freezing hanno mostrato una riduzione nell'escursione dell'angolo di lordosi e nella variazione di lunghezza della colonna vertebrale durante il cammino, oltre che una ridotta abilità nel raddrizzare la colonna vertebrale durante la deambulazione rispetto alla posizione eretta. Queste alterazioni si sono riflesse nella riduzione della lunghezza e della velocità del passo durante la locomozione.
I nostri risultati suggeriscono come le alterazioni della colonna vertebrale influenzino in maniera importante la capacità locomotoria nei pazienti con freezing. L'eccessiva inclinazione del tronco e una scarsa padronanza della regione spinale della lordosi possono in particolare creare una condizione posturale sfavorevole per la deambulazione in avanti. Una fisioterapia mirata alla riduzione del freezing dovrebbe dunque lavorare sulle alterazioni di questo distretto della colonna e sul movimento della colonna, per un efficace miglioramento della deambulazione.
A cura della dr.ssa Chiara Palmisano, ingegnere biomedico e responsabile del laboratorio di analisi del movimento presso l’Ospedale universitario di Würzburg (Germania).
Fonte: Palmisano C, Farinelli V, Camuncoli F, Favata A, Pezzoli G, Frigo CA, Isaias IU. Dynamic evaluation of spine kinematics in individuals with Parkinson's disease and freezing of gait. Gait Posture. 2024 Feb;108:199-207