Mucuna pruriens per il trattamento della malattia di Parkinson nei paesi a basso reddito: raccomandazioni e linee guida pratiche dall’agricoltore agli studi clinici. Aprendo la strada per un futuro utilizzo nella pratica clinica.
È di recentissima pubblicazione uno studio condotto dal nostro team di ricerca riguardante l’utilizzo della Mucuna pruriens per il trattamento della malattia di Parkinson nei paesi a basso reddito.
Infatti, sebbene la levodopa sia il trattamento gold standard per la malattia di Parkinson a livello globale, la sua accessibilità e convenienza sono fortemente limitate nei paesi a basso e medio reddito di tutto il mondo.
In questo scenario, la Mucuna pruriens, una pianta leguminosa che cresce spontanea nelle regioni tropicali, emerge come potenziale alternativa o aggiunta ai farmaci a base di levodopa grazie al suo rapporto costo-efficacia e alla sua disponibilità naturale globale. Studi recenti hanno dimostrato che la Mucuna pruriens può migliorare significativamente i sintomi motori, sebbene la tollerabilità individuale possa variare. L’ipotesi che la Mucuna pruriens possa svolgere un ruolo fondamentale nel fornire un sollievo sintomatico e conveniente per la malattia di Parkinson nei paesi a basso e medio reddito è fondata sul suo promettente profilo terapeutico, ma è necessaria cautela fino a quando non saranno disponibili dati più completi sulla sicurezza e sull’efficacia a lungo termine.
Questo manoscritto riassume le conoscenze acquisite dagli autori sulla Mucuna pruriens, concentrandosi su come coltivarla, conservarla e fornirla ai pazienti nel modo più sicuro ed efficace. Il nostro obiettivo è quello di aumentare gli studi clinici che ne indagano la sicurezza e l’efficacia nella malattia di Parkinson, prima di promuovere l’uso individuale su scala globale, in particolare nei paesi in cui la disponibilità e l’accessibilità economica dei farmaci a base di levodopa sono ancora limitate.
COME PREPARARE LA POLVERE DI MUCUNA
La preparazione della polvere consiste in sei passaggi, presenti in un video riassuntivo allegato allo studio:
1) Cuocere i semi in una padella a fuoco basso senza aggiungere grassi o condimenti. Entro pochi minuti si sentiranno rumori che ricordano lo scoppiettio dei popcorn.
2) Dopo circa 15 minuti, quando la maggior parte delle bucce dei semi si sarà aperta, rimuovere i semi dal fuoco e lasciarli raffreddare. Alcuni tegumenti di alcuni semi potrebbero non rompersi: in questo caso non prolungare la tostatura oltre i 15 minuti per evitare che i semi diventino troppo duri.
3) A questo punto, sbucciare i semi con un coltellino. Le bucce devono essere gettate via. Per facilitare l'eliminazione dei tegumenti, è possibile utilizzare un mortaio. I semi sgusciati devono essere marrone chiaro (simile alle arachidi). Nel caso in cui alcuni semi siano troppo scuri (troppo cotti), rimuoverli.
4) Quando i semi sono pronti, è necessario polverizzali con un macinino. Più la macina rimane in azione, più la polvere sarà sottile. Se esiste la possibilità, utilizzare un mulino commerciale. È in grado di macinare grandi quantità di semi e rendere la polvere molto fine, riducendo significativamente il residuo.
5) Passare la polvere attraverso un setaccio per ottenere una polvere molto sottile.
6) Se è presente un residuo, macinarlo di nuovo. La quantità di polvere ottenuta dovrebbe risultare essere il 40-75% rispetto al peso iniziale dei semi.
La dose di polvere da somministrare ai pazienti viene calcolata consultando le tabelle di conversione allegate allo studio. Le tabelle si basano sullo stadio Hoehn e Yahr e sul peso del paziente. Secondo questi parametri, vengono stimati il dosaggio giornaliero della polvere, il numero di somministrazioni e la distanza temporale tra una somministrazione e l’altra. Per facilitare l'assunzione, sono stati proposti misurini graduati. La polvere deve essere mescolata con acqua e bevuta in pochi sorsi. È importante che non rimangano residui sul bicchiere.
Un ringraziamento speciale alla Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson che sostiene il progetto e garantisce l’accesso alla terapia farmacologica a chi ne ha bisogno.
A cura della Dott.ssa Serena Caronni, biologa nutrizionista
Fonte: S. Caronni, F. Del Sorbo, M. Barichella, N. Fothergill-Misbah, T. Denne, J. Laguna, S. Urasah, M. C.J. Dekker, A. Akpalu, F. S. Sarfo, M. Cham, G. Pezzoli, R. Cilia. Mucuna pruriens to treat Parkinson’s disease in low-income countries: recommendations and practical guidelines from the farmer to clinical trials. Paving the way for future use in clinical practice. Parkinsonism & Related Disorders, 2024, 106983, ISSN 1353-8020