AIP, un'associazione rivolta al futuro
Il DVD del convegno è già disponibile
Il Convegno è stato aperto dal Prof Pezzoli, che ha ricordato come l'AIP sia stata fondata da un piccolo gruppo di persone nel lontano 18 dicembre 1990 ovvero vent'anni fa. Alcuni ci sono ancora, come la vice-Presidente Marisa Boati e la caposala Alba Bonetti. Altri, purtroppo, non ci sono più, come l'Ing. Ausenda ed il Dr. Paul Maestrone, le persone che avevano voluto fondare un'associazione come quella americana.
Il Prof. Pezzoli non ha comunque voluto soffermarsi molto sul passato, perché quello che conta sono i progetti attuali e futuri. Tra i vari progetti presenti ha ricordato l'Atlante dei Farmaci, che contiene una serie di schede corredate da foto ingrandite e nelle dimensioni reali di tutti i medicinali attualmente disponibili in Italia per il Parkinson, un'opera unica nel suo genere.
Ha poi elencato gli argomenti del convegno, tutti volti al futuro:
- Lo sviluppo di farmaci nuovi, esposto dal Prof. Stocchi di Roma
- La fisioterapia per la riabilitazione dei pazienti con la malattia di Parkinson. L'AIP ha sempre creduto nell'approccio multidisciplinare alla malattia e che i medicinali sono solo una risposta parziale al problema. Il relatore, Dr. Frazzitta (Montescano, Pavia) ha messo a punto un metodo mirato ai particolari problemi del paziente parkinsoniano
- La terapia a base di cellule staminali. Il primo relatore era un ospite speciale, il Dr. Brazzini (Perù), che ha messo a punto un metodo che ha già applicato a quasi 100 pazienti parkinsoniani; è seguita la relazione della Dr.ssa Giordano, l'ematologa con cui la Fondazione Grigioni sta mettendo a punto il protocollo per uno studio clinico con le cellule staminali
- I progetti di ricerca in corso sponsorizzati dalla Fondazione Grigioni, per rispondere alla domanda su dove finiscono i fondi donati alla Fondazione a scopo di ricerca
Riassunti di queste 4 parti del convegno verranno pubblicati nei giorni seguenti.
La lettera del Presidente Onorario
La Vice-Presidente Marisa Boati ha letto una lettera pervenuta dal Presidente Onorario Marzio Piccinini, che non ha potuto essere presente per motivi personali:
"Sono costretto a mancare ad un convegno nazionale così importante come questo, per ragioni che non dipendono né dalla mia volontà né dalla mia salute condizionata da oltre trent'anni di malattia.
Voglio comunque farvi arrivare il mio saluto e il mio augurio di buon lavoro ripetendo quanto dissi in chiusura del primo convegno nazionale il 21 marzo 1992.
Continuare a combattere la malattia senza mai rassegnarsi o arrendersi, perché è un dovere che abbiamo verso noi stessi e verso le nostre famiglie. Il riuscire a vivere con dignità la nostra condizione è il migliore ringraziamento per quanti si prodigano per aiutarci.
Non pensare solo a cosa possono fare gli altri per noi, ma cominciare a pensare cosa possiamo fare noi per gli altri, e sono sicuro che scoprirete che possiamo fare ancora molto nonostante le nostre condizioni. Una delle cose che possiamo fare per gli altri è quello di aderire alla Banca dei Tessuti Nervosi fornendo così la materia prima ai ricercatori per studiare le cause, le origini del Parkinson. Perché è chiaro a tutti che la sconfitta della malattia richiede ancora tempo e solo mantenendo costante il sostegno alla ricerca potremo sperare che le prossime generazioni possano vedere sconfitta la malattia.
I Padri Fondatori e tutti coloro che gestirono la AIP in questo ventennio hanno motivo di soddisfazione per quello che hanno realizzato, ma rimane la consapevolezza che la sconfitta del Parkinson richieda ancora tempo; ma siamo altrettanto consapevoli che il traguardo verrà raggiunto e,anche se noi non saremo presenti, avremo avuto l'orgoglio di aver lavorato per una causa giusta e nobile.
Chiudo augurando buon lavoro e dandovi appuntamento per il convegno del trentennale della AIP"
La Vice-Presidente ha esortato i presenti che non l'avessero ancora fatto a dare il loro consenso alla donazione alla Banca dei Tessuti Nervosi (BTN) di un pezzettino di cervello dopo il decesso, quando il cervello non servirà più. È un dono d'amore per le generazioni future.