Domande e risposte: Terapia attuale
Conoscere per capire, Vimodrone, 12.10.2019
Conoscere per capire
Domande e risposte, Vimodrone, 12/1019
In data 12/10/2019 si è tenuto un incontro con esperti nell’Aula consiliare del Comune di Vimodrone. Gli esperti presenti erano i seguenti
Prof. G. Pezzoli – medico neurologo e neurochirurgo, Presidente AIP – Associazione Italiana Parkinsoniani e Presidente della Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson
Dr. A. Zecchinelli – medico neurologo, F.F. Direttore del centro Parkinson e Parkinsonismi, ASST Pini-CTO
Dr. Michela Barichella – medico dietologo, responsabile del Servizio di Dietologia, centro Parkinson ASST Pini-CTO
Dr. Danilo De Gaspari - psicoterapeuta, FERB Cernusco sul Naviglio
Rosa Osnato – fisioterapista, coordinatrice in fisioterapia, Istituto Geriatrico “P. Redaelli”, Vimodrone
Prof. L. Zecca: Professore associato di Ricerca Istituto di Tecnologie Biomediche-CNR a Segrate (MI)
Qui di seguito le domande poste dal pubblico e le risposte fornite sulla terapia attuale per la malattia di Parkinson.
Non trovo più Ongentys (opicapone) in farmacia. Come mi devo comportare?
Pezzoli: può recarsi dal suo neurologo chiedendogli di sostituirlo con un altro farmaco della stessa categoria (inibitori delle COMT). Molti pazienti si sono già rivolti ad AIP per lo stesso problema. In qualità di Presidente AIP, mi sono rivolto all’azienda titolare del farmaco, che ci ha informato di avere problemi con la produzione; sono in attesa di avere l’autorizzazione al cambiamento del sito produttivo, per cui la produzione sarà ridotta per diversi mesi. Per questo motivo ci hanno chiesto di non prescrivere più per ora il farmaco a pazienti nuovi, ma ci hanno assicurato di avere inviato in Italia abbastanza farmaco per coprire le necessità dei pazienti già in terapia per il momento.
Diversi pazienti chiedono se è corretta una terapia senza levodopa (paziente di 67 anni con diagnosi da 1 anno in terapia con solo farmaco anti-MAO , altri due con 4-5 anni di malattia, in terapia con farmaco anti-MAO + dopamino agonista).
Pezzoli: Una volta si impostavano le terapie iniziali senza levodopa per “risparmiarla”, nel senso che si pensava di posticiparne l' uso in modo da prolungare il periodo in cui la levodopa avrebbe dato benefici senza i tipi effetti collaterali a lungo termine (fluttuazioni motorie e movimenti involontari). Uno studio sponsorizzato dalla Fondazione Grigioni in Africa, condotto su pazienti mai trattati farmacologicamente, ha dimostrato che le fluttuazioni motorie ed i movimenti involontari sono in realtà dovuti alla progressione della malattia, non all’uso prolungato del farmaco. Pertanto, la posticipazione del suo uso non serve, anzi toglie al malato anni di beneficio dal farmaco più efficace in assoluto contro la malattia.
La dieta con spostamento dell’assunzione delle proteine prevalentemente alla sera funziona anche in chi non assume levodopa?
Barichella: No, non è necessaria. Gli accorgimenti nutrizionali consigliati sono di concentrare l’assunzione delle proteine alla sera (poco latte al mattino, nessun secondo e consumo di alimenti a scarso contenuto proteico a pranzo) servono a garantire un buon assorbimento della levodopa, evitando l’assunzione di aminoacidi (i "mattoni" delle proteine) che interferiscono con l’assorbimento del farmaco dal lume intestinale attraverso la parete intestinale ai vasi sanguigni e quindi in circolo. Pertanto, la dieta a ridistribuzione proteica non serve per chi non assume la levodopa.
Per i pazienti che non assumono levodopa si consiglia una dieta mediterranea bilanciata. Consigliamo un elevato apporto di fibre con 5 porzioni di frutta / verdura al giorno, molta acqua (1,5 – 2 litri al giorno), pesce almeno 2-3 volte alla settimana, 1 volta alla settimana 2 uova, carne 2-3 volte alla settimana, formaggio 1-2 volte alla settimana, latte o yogurt una volta al giorno. Anche la frutta secca è consigliata perchè è ricca di sostanze antiossidanti .
Quanto tempo prima del pasto deve trascorrere prima di prendere la levodopa affinchè venga assorbita bene?
Barichella: 30 minuti prima è il momento ideale, da pianificare se la frequenza delle somministrazioni lo consente.
Mio marito soffre di malattia di Parkinson da 4 anni. Gli è stato rimosso un melanoma 5 anni fa ed è tutt’ora sotto controllo presso un reparto di oncologia. Può assumere levodopa lo stesso? Il neurologo glielo consiglia, l’oncologo glielo sconsiglia ….
Pezzoli: E’ vero che la levodopa viene trasformata in melanina, ma è stato documentato in ampie casistiche che l’aumento della incidenza di melanoma è minimo e non significativo. Ho avuto in terapia con levodopa diversi pazienti con una storia di melanoma e non ho mai osservato una recidiva.
Cosa posso fare per il malessere che mi viene verso le ore 17-18:00?
Zecchinelli: ll malessere che sopravviene nel tardo pomeriggio è dovuto al suo stato di affaticamento. Nonostante la malattia, lei produce ancora una certa quantità di dopamina, soprattutto al mattino quando gode del beneficio del sonno. Nel tardo pomeriggio questo beneficio è esaurito. Inoltre, lo stato ormonale del corpo cambia in corrispondenza con il crepuscolo, in linea con i ritmi biologici circadiani (nel corso delle 24 ore) e questo favorisce l’affaticamento. Se vi è il dubbio che la causa sia un problema di latenza dell’assorbimento della levodopa, lo assuma con tanta acqua ed un pezzo di pane.
Mia madre ha 79 anni e soffre di Parkinson da quando ne aveva 72. Di notte continua a svegliarsi ed ha allucinazioni. Quanto è dovuto alla malattia e quanto alle medicine che prende?
Zecchinelli: Può dipendere da entrambi i fattori. Esistono forme di parkinsonismo in cui le allucinazioni fanno parte dei sintomi ed alcuni farmaci anti-Parkinson possono indurre allucinazioni.
Si tratta di un problema importante. La paziente deve dormire per poter avere il beneficio del sonno. Esistono farmaci che possono migliorare la qualità del sonno, ma il loro uso dipende dalla natura del disturbo. Bisogna studiare approfonditamente il caso per inquadrare bene il problema ed affrontarlo in maniera corretta.
Pezzoli: Alcune domande da fare sono:
la paziente deve alzarsi spesso perché urina molto? Se sì, è probabile che abbia la pressione arteriosa elevata di notte (con pressione bassa durante il giorno) e questo induce il rene a lavorare di più ed a produrre più urina nelle ore notturne. Il problema può essere affrontato con un farmaco calcio-antagonista da assumere verso le ore 21:00, per abbassare la pressione notturna. Una alternativa è di ricorrere ad un letto reclinabile e regolarlo in modo da tenere la testa rialzata.
La paziente parla durante il sonno? Se la risposta è sì, allora si tratta di un disturbo di una fase del sonno, il sonno REM. La soluzione è l’assunzione di un farmaco specifico per questo disturbo ovvero lorazepam all’ora di coricarsi; questa terapia risolve il problema nel 70-80% dei casi.
Le allucinazioni compaiono solo di notte? Se la risposta è sì e non vi è una storia di psicosi, allora è probabile che in realtà siano intrusioni del sogno nella veglia. Se invece la signora ha allucinazioni anche di giorno o se le allucinazioni sono anche uditive allora la situazione è diversa e bisognerà ricorrere ad una terapia antipsicotica. Si consiglia quetiapina oppure clozapina.
C’è differenza tra la terapia a base di Mucuna pruriens e quella con levodopa farmaceutica?
Pezzoli: secondo la nostra esperienza in Africa, i semi di Mucuna, purchè preparati come abbiamo imparato in Bolivia (vedere sito www.parkinson.it) , sono altrettanto efficaci quanto la levodopa farmaceutica con effetti un po’ più “dolci” nel senso che causa meno movimenti involontari. Teoricamente dovrebbero avere gli stessi effetti collaterali, ma noi non li abbiamo visti.
E’ possibile coltivare la Mucuna in Italia?
Pezzoli: Sì, è possibile. Anche se cresce normalmente nei paesi tropicali, il clima italiano è compatibile con la sua crescita, soprattutto in Sud Italia. Se si desidera coltivarla nel proprio orto, si può. Tuttavia, in Italia la legge vieta il commercio e la vendita di Mucuna pruriens, per cui potrete coltivarla solo per uso personale.