Associazione tra ipotensione ortostatica e deterioramento cognitivo nei pazienti con Parkinson e MSA
I sintomi dell’ipotensione ortostatica (cioè la riduzione della pressione arteriosa massima di almeno 20 mmHg o della pressione minima di almeno 10 mmHg entro 3 minuti dall’assunzione della posizione eretta) sono causati dalla ridotta perfusione di sangue agli organi, in particolare al cervello (ipoperfusione cerebrale).
L’ipoperfusione cerebrale può provocare vertigini o capogiri, disturbi visivi come visione offuscata, visione a cannocchiale, disturbi della visione dei colori, disturbi cognitivi transitori fino alla perdita di coscienza (sincope). È anche riportato in letteratura che l'ipotensione ortostatica aumenta il rischio di deterioramento cognitivo nei pazienti con malattia di Parkinson sebbene non se ne conoscano i meccanismi sottostanti. Uno studio appena pubblicato sulla rivista Neurology aveva l'obiettivo di valutare l'associazione tra ipotensione ortostatica e rischio di deterioramento cognitivo nei pazienti con Parkinson e con atrofia multisistemica (MSA in inglese).
Sono stati studiati a posteriori (retrospetticamente) i dati clinici e neuropatologici (cioè i dati dell'analisi dei cervelli donati alla Banca dei cervelli del Queen Square) ,di 132 pazienti con Parkinson e 137 con MSA, in particolare il tempo di insorgenza e la gravità dell'ipotensione ortostatica e il rischio di deterioramento cognitivo.
Questi i risultati in estrema sintesi: i pazienti con MSA hanno sviluppato più frequentemente ipotensione ortostatica e con sintomi più gravi. L'ipotensione ortostatica precoce aumenta il rischio di deterioramento cognitivo sia nei pazienti con Parkinson che con MSA e non è associata ad un aumento di α-sinucleina, amiloide-β, tau, Alzheimer o patologie cerebrovascolari nei cervelli analizzati.
Dunque i ricercatori ipotizzano che il deterioramento cognitivo non sia causato da maggiori depositi di proteine anomale (α-sinucleina, amiloide-β, tau) ma più probabilmente dall'ipossia cioè dalla carenza dell'ossigeno a livello del cervello. Quindi i prossimi studi dovranno valutare se il miglioramento della perfusione cerebrale possa modificare il rischio di deterioramento cognitivo.
Questo lavoro mette in evidenza quanto sia importante la raccolta sistematica dei dati clinici dei nostri pazienti, come avviene da molti anni al Centro Parkinson attraverso un archivio elettronico ad hoc sviluppato e finanziato dalla Fondazione Grigioni. E ci permette di ricordare quanto sia importante la donazione di tessuti cerebrali per poter studiare la malattia anche dal punto di vista neuropatologico. Questo è il motivo principale per cui è stata creata la Banca dei Tessuti Nervosi (BTN), nata nel 2007 da una collaborazione tra la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson ed il Dipartimento di Anatomia Patologica dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. Da allora la Banca è cresciuta molto e si è avvalsa della collaborazione di altri enti tra cui il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano. La Banca dei Tessuti Nervosi è inoltre indispensabile per arrivare a una diagnosi certa di malattia: l’esame istopatologico dei tessuti nervosi di un paziente è l’unica indagine che permette di fare una diagnosi certa.
Fonte: Barrio IR, et al. Association Between Orthostatic Hypotension and Dementia in Patients With Parkinson Disease and Multiple System Atrophy. Neurology. 2022 Dec 16:10.1212/WNL.0000000000201659. doi: 10.1212/WNL.0000000000201659. Epub ahead of print. PMID: 36526431.