Sistema immunitario nella malattia di Parkinson: importanza della ricerca sul tessuto cerebrale e banca dei tessuti
Diversi studi hanno evidenziato il coinvolgimento del sistema immunitario in molte malattie neurodegenerative, tra cui la malattia di Parkinson.
Gli studi del cervello post-mortem dei pazienti con Parkinson hanno mostrato un aumento dell'infiammazione cerebrale caratterizzata da un aumento delle citochine pro-infiammatorie (mediatori dell'infiammazione). Il ruolo che riveste l’infiammazione nella malattia di Parkinson trova inoltre supporto da molti dati di genetica (la branca della medicina che studia le informazioni ereditarie di ciascun individuo). Ad esempio alcuni geni responsabili del Parkinson esprimono proteine che sono ampiamente presenti a livello del sistema immunitario (l’insieme di cellule e tessuti responsabili della difesa del nostro organismo da patogeni e da insulti traumatici, chimici, infettivi). Un aumento delle citochine infiammatorie (IL-1β, IL-2, IL-6 and TNF-α) inoltre è stato ritrovato nel sangue dei pazienti con Parkinson, nonché nel liquor, il liquido biologico che circonda il midollo spinale e che può essere prelevato mediante una puntura lombare o rachicentesi.
Qualsiasi fattore o situazione che produce infiammazione nel cervello determina l’attivazione di alcuni tipi cellulari. Lo studio del tessuto cerebrale post mortem consente di studiare nel dettaglio i tipi cellulari coinvolti nella malattia di Parkinson e il ruolo che l’infiammazione svolge nella malattia.
In generale quando le cellule dalla loro fase dormiente diventano attive, assumono una particolare veste (in termini medici, fenotipo). Tra i tipi cellulari attivati dall’infiammazione, vi sarebbero le cellule della microglia, i macrofagi residenti nel nostro cervello, che hanno una funzione di difesa di prima linea. In presenza di condizioni di danno, la microglia si attiva, ovvero va incontro a un aumento delle sue dimensioni e assume una morfologia (forma) ameboide. Lo stato di attivazione comporta il rilascio di sostanze (citochine) infiammatorie e l’acquisizione di capacità fagocitiche: significa che la microglia diviene in grado di “ingurgitare” detriti e sostanze tossiche. Accanto all’attivazione della microglia, alcuni studi avrebbero riportato una attivazione del Complemento (altro elemento essenziale del sistema immunitario). Altri studi hanno mostrato come la massima attivazione della microglia verosimilmente avvenga nelle fasi iniziali di malattia, ovvero quando l’entità del danno del tessuto cerebrale è più esteso e vi è pertanto una maggiore necessità di “fagocitare” (ovvero ingurgitare) i detriti cellulari prodotti dal danno stesso. L’avanzamento della scienza ha consentito negli ultimi anni lo sviluppo di tecniche sofisticate di neuro-imaging (PET cerebrale), in grado di identificare la microglia attivata. Ad oggi rimane tuttavia non chiaro il significato della microglia attivata nella malattia di Parkinson e tali tecniche di imaging sono impiegate solo a scopo sperimentale.
Un altro tipo cellulare coinvolto nell’infiammazione e nella malattia di Parkinson è rappresentato dagli astrociti.
Inizialmente si pensava che gli astrociti avessero unicamente un ruolo di supporto, basato sulla regolazione delle concentrazioni di ioni e neurotrasmettitori (i messaggeri chimici con cui il cervello si scambia le informazioni). Tuttavia, gli astrociti svolgono una gamma molto più ampia di funzioni essenziali per il mantenimento del nostro cervello e avrebbero un ruolo chiave nell’infiammazione. Difatti, in presenza di particolari condizioni, sarebbero in grado di assumere un fenotipo neurotossico o disfunzionale. Gli astrociti sono anche attivamente coinvolti nell'eliminazione dell'alfa-sinucleina dai neuroni.
Altri studi post mortem mostrano inoltre come nel cervello si verifichi l'infiltrazione di cellule immunitarie periferiche (cellule che difendono il nostro corpo dagli insulti e da diversi tipi di danno), in particolare cellule T e monociti. Sia le cellule T-CD4 che quelle T-CD8 si trovano nelle aree di perdita cellulare.
Tutti questi studi dimostrano l'importanza delle ricerche effettuate sul tessuto cerebrale. Solo un'ulteriore caratterizzazione dei tipi cellulari coinvolti nell’infiammazione e dei cambiamenti molecolari che si verificano nelle cellule immunitarie del cervello nel Parkinson potrà consentire la realizzazione in futuro di farmaci in grado di modificare l’evoluzione della malattia.
Questo è il motivo principale per cui abbiamo investito molto sulla Banca dei Tessuti Nervosi (BTN), nata nel 2007 da una collaborazione tra la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson ed il Dipartimento di Anatomia Patologica dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. Da allora la Banca è cresciuta molto e si è avvalsa della collaborazione di altri enti tra cui il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano. La Banca dei Tessuti Nervosi è inoltre indispensabile per arrivare a una diagnosi certa di malattia: l’esame istopatologico dei tessuti nervosi di un paziente è l’unica indagine che permette di fare una diagnosi certa. Inoltre la Banca è fondamentale per i progetti di Ricerca sponsorizzati dalla Fondazione Grigioni per cui è indispensabile disporre di campioni biologici di pazienti parkinsoniani. Senza la BTN questi progetti non sarebbero fattibili. Chiediamo ai nostri pazienti di aderire alla Banca perché è il numero di campioni donati che incide considerevolmente sul numero di studi che possono essere condotti, e dunque sulle scoperte che possono scaturire da questi studi.
A cura della dr.ssa Federica Garrì e della dr.ssa Daniela Calandrella, Specialiste in Neurologia, Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson
Fonte: Weiss F, Labrador-Garrido A, Dzamko N, Halliday G. Immune responses in the Parkinson's disease brain. Neurobiol Dis. 2022 Mar 18:105700. doi: 10.1016/j.nbd.2022.105700. Epub ahead of print. PMID: 35314321.