Dopamino agonisti e danno alle valvole cardiache: come difendersi senza perdere i benefici
Conferenza stampa in data 31 gennaio 2007
Intervista al Prof Pezzoli, Presidente AIP e autore dello studio che ha dimostrato che i dopamino agonisti causano danni alle valvole cardiache.
Lo studio ha avuto ampia risonanza in campo medico e la notizia è stata pubblicata e diffusa da molti mezzi di comunicazione. Perché una conferenza stampa ?
Effettivamente lo studio ha fatto notizia. Era logico così, perchè è stata pubblicata su una delle riviste medico-scientifiche americane più famose e più lette del mondo, il New England Journal of Medicine (Zanettini e coll, New Engl J Med 2007; 356: 29-46 LINK a notizia precedente). La scopo della Conferenza Stampa non è di diffondere ulteriormente la notizia, ma di creare una occasione per rispondere alle domande dei pazienti, che sono comprensibilmente preoccupati e confusi. Da un lato il cuore è un organo molto importante e temono il danno alle valvole cardiache dovuto alla formazione di tessuto fibrotico in eccesso, dall'altro temono di peggiorare notevolmente se sospendono i dopamino agonisti, che sono una classe di farmaci molto efficaci sui sintomi motori nella malattia di Parkinson. Da notare che il dilemma riguarda la stragrande maggioranza dei pazienti parkinsoniani.Ritengo corretto dare loro la possibilità di parlare direttamente con gli autori dello studio, che sono i neurologi più competenti per rispondere ai loro quesiti.
E che cosa diranno i neurologi ai pazienti ?
Sostanzialmente che il neurologo deve considerare ogni caso separatamente, valutando bene il rapporto rischio / beneficio per il singolo paziente. In ogni caso, tutti i pazienti che sono stati in trattamento con un dopamino agonista ergolinico dovrebbero essere sottoposti ad un esame ecocardiografico per controllare lo stato delle loro valvole cardiache. Qualora si decida di continuare la terapia con un dopamino agonista ergolinico, ,’esame ecocardiografico dovrebbero essere ripetuto periodicamente.
Come avete avuto l’idea di valutare proprio la classe dei dopamino agonisti per vedere se causano danni alle valvole cardiache ?
Casi di insufficienza cardiaca grave di origine inspiegabile erano stati osservati da tempo. Io stesso ne ricordo diversi. Cito due casi emblematici:
- un mio paziente parkinsoniano giovane, appartenente ad una nota famiglia italiana, ancora in buone condizioni andò a nuotare, ebbe una crisi e rischiò di annegare; salvato e portato a terra, si scoprì che il problema era stato una crisi cardiaca, in quanto aveva il cuore in gravi condizioni e morì dopo pochi mesi.
- un altro è stato quello di un amico molto impegnato in AIP che, in trattamento con pergolide per molti anni, sviluppò una fibrosi cardio-polmonare difficile da spiegare.
Sapevamo che i dopamino agonisti ergolinici potevano causare fibrosi polmonare, ma questo non giustificava i casi come quelli descritti sopra. Nel periodo 2003/2004 si cominciò a parlare di casi di fibrosi valvolare osservati con pergolide ed il dilemma era se il problema riguardava solo la molecola della pergolide, tutta la classe dei dopamino agonisti oppure solo alcuni di essi, per es. quelli ergolinici. Decidemmo che bisognava dare una risposta a questa domanda importante.
Avete avuto difficoltà a svolgere lo studio ?
Effettivamente non è stato facile. Nonostante il fatto che il centro avesse più di 10.000 pazienti nella sua banca dati, il controllo delle schede mostrò che quasi tutti i pazienti in trattamento con dopamino agonista ne aveva preso più di uno e noi volevamo confrontare pazienti che avevano assunto solo un dopamino agonista per almeno 1 anno. Abbiamo messo questo criterio per potere effettuare un confronto netto. Alla fine siamo riusciti ad inserire nello studio 155 pazienti.
Vi era poi il problema di trovare i fondi. In altri paesi, come gli Stati Uniti, vi sono fondi per ricerche independenti dalle ditte farmaceutiche come questo ai quali i ricercatori possono accedere se hanno progetti validi da sottoporre alle autorità. Qui in Italia ai tempi in cui abbiamo progettato lo studio, no. Oggi l'AIFA ha cominciato a istituire dei bandi di concorso, ma in altri settori terapeutici. Attualmente per il Parkinson non c'è ancora nulla.
I pazienti hanno collaborato ?
I pazienti sono stati estremamente collaboranti e desideriamo ringraziare vivamente tutti coloro che hanno partecipato allo studio e che continuano a parteciparvi.
Ma come, lo studio non è ancora finito ?
No, non è finito. I pazienti vengono ancora seguiti nel tempo per vedere se il danno valvolare regredisce dopo la sospensione del dopamino agonista.
Regredisce ?
Ancora non lo sappiamo con sicurezza, ma speriamo di sì.
Avete in corso altri studi su effetti indesiderati di farmaci antiparkinsoniani ?
Attualmente no, ma rimaniamo all’erta. Molti anni fa, quando ero ancora un giovane medico inesperto, il mio maestro mi raccontò di una usanza in Cina : quando moriva un paziente per cause sconosciute, il medico metteva un cero rosso davanti alla casa, in modo che ci si ricordasse che quello era un caso irrisolto su cui riflettere. Ancora oggi, ritengo che bisogna fare così, segnare i casi irrisolti, sperando di riuscire a risolverli in futuro. Oggi, i tempi cambiano e al posto del cero rosso davanti ad una casa, c'è la categorizzazione rossa della cartella clinica elettronica del paziente, ma il principio rimane lo stesso.