Neuroni dopaminergici embrionali trapiantati ancora ben inseriti nei circuiti nervosi dopo 24 anni
ma il 11-12% dei neuroni si erano ammalati ed i benefici clinici erano scomparsi da anni
Ricercatori svedesi hanno comunicato i risultati dell'esame autoptico di un paziente parkinsoniano sottoposto a trapianto di neuroni dopaminergici embrionali in un solo lato del putamen (un ganglio della base del cervello – un'area fondamentale per il movimento) 24 anni prima. Quando il trapianto è stato effettuato, il paziente aveva 59 anni di età. La malattia di Parkinson era stata diagnosticata 9 anni prima ed assumeva levodopa da 7 anni. Da 3 anni aveva fluttuazioni motorie.
La storia clinica
Il pazienti è migliorato progressivamente durante i primi 3 anni fino ad un punto tale che la levodopa è stata sospesa perché il paziente non ne aveva più bisogno. È stata ripresa dopo altri 3 anni a basse dosi perché la sintomatologia è gradualmente ricomparsa. Il paziente ha risposto bene e la sintomatologia è rimasta modesta fino a 12 anni dopo il trapianto, quando è stato necessario aumentare la dose di levodopa ed aggiungere un dopamino agonista. Al 14° anno il paziente ha cominciato a sviluppare demenza e la funzione motoria ha cominciato a peggiorare notevolmente finchè 18 anni dopo l'intervento i benefici erano completamente scomparsi; il paziente non era più in grado di camminare ed aveva perso la capacità di parlare e di inghiottire. Il paziente è deceduto a causa di insufficienza cardiaca 24 anni dopo il trapianto.
L'autopsia
L'esame anatomopatologico ha permesso di stabilire che molti neuroni trapiantati esistevano ancora ed avevano permesso una reinnervazione soddisfacente del putamen nella metà operata, mentre nella parte inoperata del putamen le connessioni nervose erano pressochè assenti. Sebbene la terapia immunosoppressiva fosse stata sospesa 5 anni dopo l'intervento, non vi erano segni di reazioni di rigetto. Tuttavia, il 11-12% dei neuroni sopravvissuti presentavano i tipici corpi di Lewy presenti nei neuroni malati di Parkinson. Inoltre, le rimanenti parti del cervello erano notevolmente atrofizzate e questo spiega la demenza e la grave perdita della funzioni motorie.
Parte un nuovo studio
I ricercatori svedesi ricordano come questo tipo di trapianto sia stato sospeso dopo risultati negativi negli Stati Uniti, dove diversi pazienti avevano sviluppato movimenti involontari incontrollabili. Essi ritengono di avere messo a punto una tecnica diversa che può dare risultati migliori, come nel caso descritto sopra ed ora è partito uno studio nuovo sul trapianto di cellule fetali in Europa, coordinato dal Dr. R. Barker presso l'ospedale Addenbrookes a Cambridge (UK). Riconoscono che è una terapia che sarà riservata a pochi pazienti a causa della scarsità di tessuto fetale disponibile e che non sarà una vera e propria cura dato che i neuroni trapiantati si ammalano anche loro e non sono in grado di compensare un processo degenerativo esteso come quello nel paziente descritto.
Fonti: LI W e coll Proc Natl Acad Sci USA online 2 maggio 2016
Medscape Hughes S. Parkinson’s cell transplant shows good reinnervatioin at 24 years online 10 maggio 2016