Il trapianto di microbiota fecale: un potenziale nuovo trattamento per la malattia di Parkinson ?
È ormai noto come i sintomi gastrointestinali, tra i quali la stipsi, si verifichino nell'80% dei pazienti con malattia di Parkinson e che possano precedere la comparsa dei sintomi motori (tremore, bradicinesia, rigidità muscolare, ecc.) di oltre 20 anni.
Inoltre, i corpi di Lewy e gli accumuli di α-sinucleina, caratteristici della malattia, si trovano ben nel 67% delle biopsie di due parti del sistema nervoso responsabili di alcune funzioni intestinali nei pazienti rispetto al solo 26% nei soggetti sani.
Per questi motivi l’intestino sembra ormai avere un ruolo di primo piano nello sviluppo e nella progressione della malattia di Parkinson. Vi sono numerose ipotesi secondo cui la patologia possa essere innescata proprio qui.
Secondo la recente ipotesi "corpo-prima/cervello-prima" la malattia di Parkinson potrebbe, in alcuni casi, iniziare nell'intestino, coinvolgendo successivamente il cervello ("corpo-prima"), e in altri iniziare nel cervello e proseguire solo successivamente nell’intestino (“prima il cervello”).
Ipoteticamente, quindi, in una buona percentuale di pazienti, una diversa composizione del microbiota intestinale (termine utilizzato per indicare i diversi miliardi di microrganismi presenti nel tubo digerente) potrebbe aprire strade a nuove strategie di trattamento.
Un recente studio ha confermato che il microbiota intestinale dei pazienti affetti da malattia di Parkinson è diverso da quello dei soggetti sani, con un’abbondanza di batteri infiammatori e una scarsità batteri antinfiammatori.
Esistono diverse strategie per modificare la composizione del microbiota intestinale, che vanno dagli interventi dietetici al trattamento con integratori alimentari, antibiotici o microrganismi geneticamente modificati, fino al trapianto di microbiota fecale.
In questa fase di ricerca, rimane responsabilità di medici e ricercatori testare rigorosamente tutte le ipotesi in contesti sperimentali controllati, ma anche rimanere critici e usare cautela nel considerare tutti i benefici e i rischi attesi da queste strategie.
CONSIGLI NUTRIZIONALI:
Come già anticipato, anche la dieta può influire positivamente o negativamente sulla composizione del microbiota intestinale. In generale, valgono le regole per la popolazione generale: l’introduzione di cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, il consumo di alimenti integrali, l’utilizzo di metodi di cottura semplici.
Per coloro che sono affetti da stipsi, sintomo molto comune nella malattia di Parkinson, si consiglia inoltre di:
- Avere un corretto frazionamento dei pasti nell’arco della giornata per regolarizzare la peristalsi intestinale
- Mantenere una dieta ad alto tenore di fibre (20-35 grammi di fibre giornaliere) da raggiungere gradualmente;
- Apportare un’adeguata quantità di liquidi (acqua o altri liquidi non zuccherati), per prevenire la formazione dei fecalomi, mantenendo un buon transito delle feci che appaiono anche più morbide;
- Avere uno stile di vita sano, che preveda lo svolgimento costante, preferibilmente quotidiano, di un’attività fisica moderata in grado di stimolare l’attività dell’intestino;
- Garantire un giusto tempo per le funzioni intestinali senza sforzare troppo l’evacuazione; assecondare lo stimolo e, se possibile, andare in bagno sempre alla stessa ora;
- Valutare l’utilizzo di probiotici e, se necessario, di lassativi, sempre su prescrizione medica
Fonte: Contarino MF, van Hilten JJ, Kuijper EJ. Targeting the Gut-Brain Axis with Fecal Microbiota Transplantation: Considerations on a Potential Novel Treatment for Parkinson's Disease. Mov Disord Clin Pract. 2022;10(Suppl 2):S21-S25. Published 2022 Dec 7. doi:10.1002/mdc3.13621
cura delle dott.sse Serena Caronni Biologa Nutrizionista e Michela Barichella, Medico Dietologo.