Metagenomica del microbioma intestinale nella malattia di Parkinson
Un recente studio sul microbioma intestinale ha analizzato i campioni fecali di 420 partecipanti. Dallo studio è emerso che diverse specie batteriche sono abbondanti sia in pazienti con Parkinson di recente insorgenza sia in controlli sani.
Nel complesso, i risultati suggeriscono che i cambiamenti microbici nel PD precedono la diagnosi della malattia, con un possibile ruolo di biomarcatori. Inoltre, sembrerebbe che i batteri possano svolgere un ruolo anche nel metabolismo della Levodopa, il farmaco chiave utilizzato per trattare i sintomi della malattia, suggerendo che l'alterazione di questo metabolismo possa influire sull'efficacia del farmaco. Alcune alterazioni microbiche osservate sono coerenti con uno stato di elevata infiammazione intestinale; i disturbi gastrointestinali, in particolare la stipsi, sono stati riconosciuti come caratteristiche presenti nell’80% dei pazienti affetti da Parkinson, anni prima dell’insorgenza della malattia. Le condizioni infiammatorie gastrointestinali, come le malattie infiammatorie intestinali (IBD), sono state associate ad un aumentato rischio di malattia in diversi studi, in quanto è stato dimostrato che IBD e PD condividono gli stessi fattori di rischio genetici. Inoltre, sembrerebbe che l'infiammazione intestinale porti all'insorgenza o al peggioramento dei cambiamenti microbici correlati al Parkinson.
Negli studi sull'uomo, è stato dimostrato che nei pazienti con Parkinson vi sono livelli maggiori di fattori pro-infiammatori e un’aumentata permeabilità intestinale rispetto ai controlli. A differenza di studi precedenti, questo dimostra che la disbiosi (l’alterazione della flora microbica) è presente nelle prime fasi della malattia e può quindi svolgere un ruolo importante nella sua patogenesi.
COMMENTO NUTRIZIONALE:
Il ruolo dell’alimentazione è fondamentale nel modificare il microbioma intestinale perché entrambi si influenzano reciprocamente. Una dieta equilibrata come la dieta mediterranea, ricca di alimenti vegetali che garantisco un buon apporto di fibra principalmente derivante da frutta, verdura e alimenti integrali, contribuisce a mantenere un intestino sano e quindi un microbiota in equilibrio.
Inoltre, in caso di stipsi, per mantenere un transito intestinale regolare è possibile consumare anche del latte fermentato presente nella grande distribuzione.
Un adeguato livello di idratazione, pari ad almeno 1,5 L di acqua al giorno è importante per avere delle feci con una consistenza normale. Acque ricche in minerali come il magnesio, vendute nella grande distribuzione, aiutano a regolarizzare l’intestino. Il consiglio è però di non esagerare nel consumo, massimo due bicchieri al giorno per non avere effetti controproducenti (es. diarrea).
Qualora con la sola alimentazione non si riuscisse a mantenere una condizione di benessere intestinale, è possibile ricorrere all’utilizzo di probiotici o alimenti contenenti colostro, da assumere a cicli periodici per rinforzare il nostro microbiota.
Un strumento utile per identificare la tipologia di feci e il transito intestinale è la ‘Scala di Bristol’, una scala che identifica i diversi tipi di feci e la loro consistenza: da feci dure e rigide a feci liquide (diarrea).
A cura della dott.sse Carlotta Bolliri, Biologa Nutrizionista e dott.ssa Valentina Ferri, Medico Dietologo. First published: 14 June 2023