Acido urico e malattia di Parkinson: uno studio trasversale
La malattia di Parkinson è neurodegenerativa, ovvero colpisce il sistema nervoso, danneggiandolo.
Uno degli aspetti attualmente in fase di studio è la relazione tra la patologia e i livelli di acido urico, una sostanza presente nel nostro corpo. Nei pazienti affetti da malattia di Parkinson, i livelli di acido urico sono generalmente più bassi rispetto a quelli delle persone sane. Tuttavia, non è ancora chiaro se questa riduzione sia causa o conseguenza della malattia.
Precedenti studi hanno inoltre osservato che, nonostante i bassi livelli di acido urico possano essere associati a sintomi peggiori della malattia, aumentare i livelli di acido urico non sembra migliorare le condizioni cliniche dei pazienti. Le ricerche suggeriscono che i livelli ridotti di acido urico possano essere legati a problemi nel funzionamento delle cellule e dei mitocondri (le centrali energetiche delle nostre cellule). Inoltre, sono state esplorate le alterazioni nel metabolismo delle purine, sostanze presenti in tutte le cellule viventi che contribuiscono alla produzione di acido urico.
Questo studio ha quindi esplorato la relazione tra i livelli di acido urico e la malattia di Parkinson, concentrandosi sul metabolismo delle purine. I ricercatori hanno analizzato il sangue e il liquido cerebrospinale* di 132 persone, tra cui pazienti con malattia di Parkinson e soggetti sani, per confrontare i livelli di acido urico e di alcune purine. I risultati hanno mostrato che i pazienti con malattia di Parkinson avevano livelli significativamente più bassi di acido urico sia nel sangue che nel liquido cerebrospinale. Questo abbassamento non è stato correlato solo al metabolismo delle purine, ma anche a fattori esterni come età, sesso e peso.
Nonostante l'associazione tra bassi livelli di acido urico e malattia di Parkinson, non è stato trovato un legame diretto tra la diminuzione di acido urico e la progressione della malattia. Lo studio suggerisce che la riduzione di acido urico potrebbe essere una conseguenza della malattia piuttosto che una causa, e sottolinea l'importanza di ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi sottostanti e le potenziali strategie terapeutiche.
COMMENTO NUTRIZIONALE
I livelli di acido urico, insieme ad altri parametri, vanno monitorati tramite esami ematochimici. Un eccesso di acido urico nel sangue (iperuricemia) può portare a complicanze quali la gotta, una malattia in cui depositi di cristallo di acido urico si accumulano nelle articolazioni e determinano episodi ricorrenti di artrite infiammatoria. Se non trattata, la gotta può diventare tofacea. I tofi sono noduli di cristalli di acido urico circondati da tessuto infiammatorio e fibroso, duri al tatto e dolorosi. È importante sottolineare la ormai nota associazione tra iperuricemia e manifestazioni cliniche della “sindrome metabolica” come iperlipidemia, ipertensione arteriosa, diabete e obesità.
A cura di Serena Caronni, Biologa nutrizionista, e Michela Barichella, Medico dietologo.
FONTE: Shima, S., Mizutani, Y., Yoshimoto, J., Maeda, Y., Ohdake, R., Nagao, R., Maeda, T., Higashi, A., Ueda, A., Ito, M., Mutoh, T., & Watanabe, H. (2024). Uric acid and alterations of purine recycling disorders in Parkinson's disease: a cross-sectional study. NPJ Parkinson's disease, 10(1), 170.
* Prodotto da cellule speciali del cervello, permette la diffusione di nutrienti e sostanze chimiche dal sangue alle cellule nervose, oltre a proteggere il cervello all'interno del cranio e il midollo spinale all’interno del canale vertebrale.