Che impatto ha la pandemia COVID-19 sui malati di Parkinson?
Il documento del Comitato Scientifico MDS
La Società per i Disturbi del Movimento (MDS) internazionale ha pubblicato un documento in cui analizza l’impatto della pandemia sui pazienti affetti da malattia di Parkinson ed altri disturbi del movimento. In breve:
- Il paziente parkinsoniano è particolarmente vulnerabile?
Attualmente non vi sono dati certi sul rischio che COVID-19 rappresenta per la salute dei pazienti parkinsoniani. Da un lato è noto che la gravità delle complicazioni cliniche aumenta con l’età ed il numero di patologie concomitanti, dall’altro però la malattia di Parkinson non rientra tra le patologie che mettono maggiormente a rischio, tra i quali si annoverano lo scompenso cardiaco, la cardiopatia ischemica ed il diabete. Non vi sono evidenze che suggeriscano che i pazienti affetti da malattia di Parkinson o parkinsonismo abbiano meno probabilità di sopravvivere. Al contrario, uno studio retrospettivo condotto in Giappone ha evidenziato che rispetto a pazienti non parkisoniani di pari età e sesso, il tasso di mortalità in ospedale era inferiore nei pazienti parkinsoniani, la cui degenza era però più lunga a causa di complicazioni, quali le cadute con frattura.
- Vi sono problemi con I rifornimenti di farmaci anti-parkinson?
Finora in linea di massima non sono stati segnalati problemi, ma la situazione va monitorata
- Come è bene comportarsi per le visite di controllo?
Le visite di controllo sono importanti, ma in questo periodo bisogna cercare di evitare di andare in ospedale, dove il rischio di infezione è particolarmente alto. Bisogna cercare di affidarsi alla telemedicina, ricorrendo a videoregistrazioni per documentare la presenza di sintomatologia e consultando il medico tramite videochiamata.
- La ricerca sulla malattia di Parkinson continua?
La ricerca continua, ma a rilento. Le normali attività sono state cancellate ed ora ci si sta riorganizzando, rivedendo i protocolli di ricerca in modo che gli studi possano continuare compatibilmente con le restrizioni attuali (per es. sostituzione di visite presso il centro con videochiamate). Inoltre, i gruppi di lavori si stanno attrezzando per continuare le attività in smart-working, con riunioni virtuali basate su videochiamate. Desta preoccupazione il fatto che parecchi fondi governativi stanziati per nuovi progetti sono stati congelati.
MDS conclude il documento una serie di raccomandazioni per il paziente parkinsoniano:
Tutte le misure di distanziamento sociale (ovvero tenersi a distanza di 1.5 metri da altre persone) valgono anche per il paziente parkinsoniano
I pazienti devono evitare o posticipare visite al centro Parkinson per motivi non urgenti, dato che gli ospedali sono una fonte di infezione. Tuttavia, sono necessarie per la sostituzione della batteria DBS, riprogrammazione DBS e regolazione di terapia somministrate tramite pompa
Gli interventi elettivi di DBS devono essere posticipati
Da valutare se sedute di terapia botulinica sono veramente necessarie. IN caso affermativo devono essere effettuate da personale sanitario che indossa vestriario protettivo
La quarantena può influire negativamente sulla psiche dei parkinsoniani. E’ consigliato un piano di esercizi fisici e basati sull’uso della realtà virtuale
Qualora un paziente sviluppi COVID-19, il medico deve assicurare la continuazione della terapia antiparkinsoniana in atto. Una sospensione potrebbe avere un impatto negativo sulla funzione respiratoria
Fonte: Papa SM e coll Movement Disorders online 6 aprile 2020