Bisogna pagare un ticket in farmacia per Madopar quando il generico non è disponibile?
Alcuni chiarimenti sul pagamento per farmaci originali e generici
AIP ha ricevuto molte segnalazioni di richieste di pagamento di ticket, anche di entità diversa, per Madopar. È noto che le disposizioni variano da regione a regione, ma vi sono state segnalazioni di discrepanze all'interno della stessa regione (Lombardia).
Esiste una lista di farmaci, "farmaci carenti", che appare sul sito AIFA. Sono farmaci o non reperibili in Italia oppure farmaci commercializzati in Italia ma che per vari motivi non vengono prodotti in quantità sufficiente o non vengono distribuiti. Per alcuni di questi sono disponibili dei sostituti, per altri no. La levodopa benserazide è il generico del Madopar, ed è inserito nella lista dei farmaci carenti. In passato per i generici la normativa era che se il paziente vuole il farmaco di marca deve pagare la differenza di prezzo (per il Madopar 5.60 €). Se il generico non era disponibile perchè carente, il farmacista annotava sulla ricetta che il farmaco era in carenza, consegnava al paziente il Madopar e il paziente non lo pagava, perché sarebbe stata la regione a farsi carico della differenza.
Pertanto, ci sembrava che i farmacisti non si attenessero alle disposizioni di legge ed abbiamo esposto il problema alla referente del sito dei produttori di farmaci generici.
“La normativa a livello nazionale prevedeva in passato che il servizio sanitario rimborsasse il prezzo del farmaco IN COMMERCIO con il prezzo al pubblico più basso.
Tuttavia dal 15 aprile 2011 è entrata in vigore una nuova normativa, di cui avrà sicuramente sentito parlare perché ha creato grande scalpore: era la DETERMINAZIONE 8 aprile 2011. Applicazione della disposizione di cui al comma 9 dell’articolo 11 del decreto-legge n. 78/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge del 30 luglio 2010, n. 122, in materia di prezzi dei farmaci. (Determinazione n. 2186/2011).
In base a questa normativa i prezzi di rimborso (i cosiddetti prezzi di riferimento) sono stati abbassati dall'Agenzia del Farmaco indipendentemente dal fatto che esistesse o meno in commercio un medicinale con quel prezzo, in questo modo costringendo i pazienti a pagare una differenza anche se compravano il generico al prezzo più basso.
Alcune regioni (tra cui, credo, la Lombardia) si sono fatte temporaneamente carico della differenza e nel frattempo la maggior parte delle aziende di generici ha ridotto i propri prezzi a questo nuovo prezzo di riferimento, quindi l'emergenza è rientrata (tuttavia esistono ancora prodotti per i quali non c’è nessun farmaco al prezzo rimborsato).
Le racconto tutto questo per concludere che certamente la mancanza temporanea del generico in farmacia non consente di evitare il pagamento della differenza: probabilmente non lo consentirebbe neanche l'interruzione della commercializzazione del generico, perché il prezzo di riferimento è ormai svincolato dal prezzo dei farmaci in commercio.
Se tuttavia l'episodio dovesse ripetersi, il paziente dovrebbe verificare con il produttore del generico se il farmaco è effettivamente ancora in commercio e, se lo è, deve chiedere al farmacista che il farmaco a prezzo più basso gli venga procurato (questo è sicuramente un suo diritto)”.