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Nome |
Sorgente |
Scopo |
Scadenza |
Tipo |
PHPSESSID |
parkinson.it |
Preserva gli stati dell'utente nelle diverse pagine del sito. |
Sessione |
HTTP |
cookieconsent |
parkinson.it |
Memorizza lo stato del consenso ai cookie dell'utente per il dominio corrente |
1 anno |
HTTP |
cookieconsent_p |
parkinson.it |
Consenso ai cookie di preferenze |
1 anno |
HTTP |
cookieconsent_s |
parkinson.it |
Consenso ai cookie di statistiche |
1 anno |
HTTP |
cookieconsent_m |
parkinson.it |
Consenso ai cookie di profilazione |
1 anno |
HTTP |
nrid |
parkinson.it |
Codice univoco del visitatore per visualizzare i banner di annunci |
3 mesi |
HTTP |
engagebox_ID |
parkinson.it |
Usato per decidere se il banner ID è stato chiuso e deve rimanere chiuso |
3 mesi |
HTTP |
SSID, SID, SAPISID, NID, HSID, APISID |
Cookie utilizzati da Google Maps che sono necessari per il funzionamento delle mappe dinamiche. Il contenuto e la loro creazione non sono direttamente controllabili poiché generati automaticamente all'inclusione della mappa dinamica. |
Sessione |
HTTP |
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fbsr_ |
Utilizzato da Facebook per recuperare l'identificativo dell'applicazione utilizzata |
Sessione |
HTTP |
COOKIE DI PREFERENZE
Sono cookie utilizzati per modificare l'aspetto del sito o il comportamento: sono impostazioni non strettamente necessarie al corretto utilizzo.
Nome |
Sorgente |
Scopo |
Scadenza |
Tipo |
lang |
Determina la lingua scelta del sito |
Sessione |
HTTP |
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NID |
Contiene un ID univoco che Google utilizza per ricordare le tue preferenze e altre informazioni, come la tua lingua preferita (es. italiano), quanti risultati di ricerca desideri visualizzare per pagina (es. 10 o 20) e se desideri che il filtro SafeSearch di Google sia attivato. |
6 mesi |
HTTP |
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1P_JAR |
Memorizza le preferenze di Google Maps e le informazioni dell’utente ogni volta che visita pagine web contenenti servizi di Google |
1 mese |
HTTP |
COOKIE STATISTICI
Questi cookie aiutano a capire come i visitatori interagiscono sul sito web, aggregando i dati di navigazione in forma anonima.
Nome |
Sorgente |
Scopo |
Scadenza |
Tipo |
ln_or |
Registra dati statistici sul comportamento dei utenti sul sito web. Questi vengono utilizzati per l'analisi interna dall'operatore del sito. |
1 giorno |
HTTP |
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PageViewCount |
Questo cookie viene utilizzato per identificare la frequenza delle visite e il tempo di permanenza sul sito. Il cookie viene anche utilizzato per determinare quante e quali sottopagine vengono visualizzate dal visitatore del sito; queste informazioni possono essere utilizzate dal sito per ottimizzare il dominio e le relative sottopagine. |
1 giorno |
HTTP |
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TimeOnSite |
Memorizza i dati sul tempo trascorso sul sito web e le relative sottopagine durante la sessione corrente. |
1 giorno |
HTTP |
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collect |
Utilizzato per inviare dati a Google Analytics in merito al dispositivo e al comportamento dell'utente. Tiene traccia dell'utente su dispositivi e canali di marketing. |
Session |
Pixel |
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AnalyticsSyncHistory |
Utilizzato nel contesto della sincronizzazione dei dati con il servizio di analisi di terze parti. |
29 giorni |
HTTP |
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_ga |
Registra un ID univoco utilizzato per generare dati statistici su come il visitatore utilizza il sito internet. |
2 anni |
HTTP |
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_gat |
Utilizzato da Google Analytics per limitare la frequenza delle richieste |
1 giorno |
HTTP |
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_gid |
Registra un ID univoco utilizzato per generare dati statistici su come il visitatore utilizza il sito internet. |
1 giorno |
HTTP |
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_ga_# |
Utilizzato da Google Analytics per raccogliere dati sul numero di volte che un utente ha visitato il sito internet, oltre che le dati per la prima visita e la visita più recente. |
2 anni |
HTTP |
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OTZ |
Viene utilizzato da Google Analytics per tenere traccia delle informazioni sul traffico al sito Web |
Sessione |
HTTP |
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ANID, SIDCC, _Secure-APISID, _Secure-HSID, _Secure-SSID, SEARCH_SAMESITE, __Secure-3PAPISID, __Secure-3PSID |
Cookie utilizzati per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito da parte dei visitatori ogni volta che vengono visitate pagine web contenenti servizi di Google. |
2 anni |
HTTP |
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_cksk |
Utilizzato da Microsoft Clarity per combinare le pagine viste da un utente in una singola sessione |
1 giorno |
HTTP |
COOKIE DI PROFILAZIONE
I cookie di profilazione vengono utilizzati per tracciare i visitatori sui siti web. La finalità è quella di presentare annunci che siano rilevanti e coinvolgenti per il singolo utente. Di norma utilizziamo servizi di terze parti forniti da Google, Meta (Facebook), Microsoft e LinkedIn per i quali si rimanda alla rispettiva informativa.
Nome |
Sorgente |
Scopo |
Scadenza |
Tipo |
_uetsid |
Utilizzato per tracciare i visitatori su più siti web, al fine di presentare annunci pubblicitari pertinenti in base alle preferenze del visitatore. Utilizzato dal motore di ricerca bing.com |
Persistente |
HTML |
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_uetsid_exp |
Contiene la data di scadenza del cookie con il nome corrispondente. |
Persistente |
HTML |
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_uetvid |
Utilizzato per tracciare i visitatori su più siti web, al fine di presentare annunci pubblicitari pertinenti in base alle preferenze del visitatore. |
Persistente |
HTML |
|
_uetvid_exp |
Contiene la data di scadenza del cookie con il nome corrispondente. |
Persistente |
HTML |
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MUID/CLID |
Utilizzato ampiamente da Microsoft come ID utente univoco. Il cookie consente il tracciamento dell'utente tramite la sincronizzazione dell'ID sui vari domini di Microsoft. |
1 anno |
HTTP |
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_clck |
Memorizza un unico ID utente per Microsoft Clarity |
1 anno |
HTTP |
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__exponea_last_session_ping_timestamp__ |
Questo cookie viene utilizzato per determinare quali prodotti il visitatore ha visualizzato. Queste informazioni vengono utilizzate per promuovere prodotti correlati e ottimizzare l'efficienza pubblicitaria. |
Persistente |
HTML |
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__exponea_last_session_start_timestamp__ |
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Persistente |
HTML |
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IDE |
Utilizzato da Google DoubleClick per registrare e produrre resoconti sulle azioni dell'utente sul sito dopo aver visualizzato o cliccato una delle pubblicità dell'inserzionista al fine di misurare l'efficacia di una pubblicità e presentare pubblicità mirata all'utente. |
1 anno |
HTTP |
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pagead/landing |
Raccoglie dati sul comportamento dei visitatori da più siti web, al fine di presentare annunci pubblicitari più pertinenti. Ciò consente inoltre al sito web di limitare il numero di volte che un visitatore viene mostrato lo stesso annuncio. |
Sessione |
Pixel |
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xnpe_#-#-#-#-# |
Questo cookie registra dati sul visitatore. Le informazioni vengono utilizzate per ottimizzare la pertinenza dell'annuncio. |
399 giorni |
HTTP |
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fr |
Utilizzato da Facebook per fornire una serie di prodotti pubblicitari come offerte in tempo reale da inserzionisti terzi. |
3 mesi |
HTTP |
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tr |
Utilizzato da Facebook per fornire una serie di prodotti pubblicitari come offerte in tempo reale da inserzionisti terzi. |
Sessione |
Pixel |
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ads/ga-audiences |
Usato da Google AdWords per reingaggiare visitatori propensi a convertirsi in clienti basandosi sul comportamento online in diversi siti. |
Sessione |
Pixel |
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pagead/1p-user-list/# |
Monitora se l'utente ha mostrato interesse per specifici prodotti o eventi su più siti web e rileva come l'utente naviga tra i siti. Viene usato per valutare le attività pubblicitarie e facilita il pagamento delle commissioni per il reindirizzamento tra i siti. |
Sessione |
Pixel |
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bcookie |
Utilizzato dal servizio di social network LinkedIn per tracciare l'utilizzo di servizi integrati. |
1 anno |
HTTP |
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bscookie |
Utilizzato dal servizio di social network LinkedIn per tracciare l'utilizzo di servizi integrati. |
1 anno |
HTTP |
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li_sugr |
Raccoglie dati sul comportamento e l'interazione degli utenti, per ottimizzare il sito e rendere più rilevante la pubblicità mostrata. |
3 mesi |
HTTP |
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lidc |
Utilizzato dal servizio di social network LinkedIn per tracciare l'utilizzo di servizi integrati. |
1 giorno |
HTTP |
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UserMatchHistory |
Garantisce la sicurezza della navigazione per il visitatore, impedendo la falsificazione di richieste incrociate. Questo cookie è essenziale per la sicurezza del sito e del visitatore. |
29 giorni |
HTTP |
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_fbp |
Utilizzato da Facebook per fornire una serie di prodotti pubblicitari come offerte in tempo reale da inserzionisti terzi. |
3 mesi |
HTTP |
|
_gcl_au |
Utilizzato da Google AdSense per sperimentare l'efficacia pubblicitaria su tutti i siti web che utilizzano i loro servizi. |
3 mesi |
HTTP |
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_uetsid |
Raccoglie dati sul comportamento dei visitatori da più siti web, al fine di presentare annunci pubblicitari più pertinenti. Ciò consente inoltre al sito web di limitare il numero di volte che un visitatore viene mostrato lo stesso annuncio. |
1 giorno |
HTTP |
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_uetvid |
Utilizzato per tracciare i visitatori su più siti web, al fine di presentare annunci pubblicitari pertinenti in base alle preferenze del visitatore. |
1 anno |
HTTP |
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A3 |
Raccoglie informazioni sul comportamento degli utenti su più siti web. Questa informazione è utilizzata al fine di ottimizzare la rilevanza della pubblicità. |
1 anno |
HTTP |
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DEVICE_INFO |
Informazioni sul dispositivo utente per ottimizzare il video |
179 giorni |
HTTP |
|
VISITOR_INFO1_LIVE |
Prova a stimare la velocità della connessione dell'utente su pagine con video YouTube integrati. |
179 giorni |
HTTP |
|
YSC |
Registra un ID univoco per statistiche legate a quali video YouTube sono stati visualizzati dall'utente. |
Sessione |
HTTP |
|
ytidb::LAST_RESULT_ENTRY_KEY |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Persistente |
HTML |
|
yt-remote-cast-available |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Sessione |
HTML |
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yt-remote-cast-installed |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Sessione |
HTML |
|
yt-remote-connected-devices |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Persistente |
HTML |
|
yt-remote-device-id |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Persistente |
HTML |
|
yt-remote-fast-check-period |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Sessione |
HTML |
|
yt-remote-session-app |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Sessione |
HTML |
|
yt-remote-session-name |
Memorizza le preferenze del lettore video dell'utente usando il video YouTube incorporato |
Sessione |
HTML |
Ricercatori di Quebec City (Canada) hanno studiato gli effetti di due protocolli di riabilitazione basati sull'uso del tappeto ruotante detto in inglese treadmill, uno basato sulla velocità, l'altro sulla variazione della inclinazione, in 34 pazienti parkinsoniani stadio Hoehn Yahr 1.5-2 nell'ambito di uno studio controllato (confronto dei risultati rispetto ad un gruppo che non usava il tappeto ruotante). I protocolli prevedevano 72 sessioni di un'ora nell'arco di 24 settimane. Entrambi i protocolli basati sull'uso del tappeto ruotante hanno permesso di ottenere notevoli miglioramenti del cammino (aumento della velocità e della distanza percorsa, che erano ancora presenti 6 mesi dopo la fine dello studio. I pazienti che hanno tratto il massimo beneficio dalla riabilitazione erano quelli che camminavano peggio prima di entrare nello studio.
Fonte: Nadeau A e coll Med Sci Sports Exerc online 30 August 2013
Intervista al Professor Gianni Pezzoli, Direttore del Centro Parkinson ICP, nonché Presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson e dell'AIP Associazione Italiana Parkinsoniani
Intervista con il Dr. Emanuele Cereda
Medico nutrizionista e ricercatore presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia
Fondazione Michael J Fox - Prof. G. Pezzoli
La Fondazione Grigioni è orgogliosa di annunciare di essere stata scelta dalla Fondazione dell'attore americano affetto da malattia di Parkinson Michael J Fox per portare in Italia una iniziativa chiamata Fox Trial Finder (FTF).
Si tratta di una banca dati che raccoglie da un lato informazioni sugli studi sulla malattia di Parkinson e parkinsonismi in corso e dall'altro informazioni su pazienti che desiderano prendervi parte. Lo scopo è di promuovere il reclutamento di pazienti negli studi. Aumentare la velocità di reclutamento significa accelerare il completamento delle ricerche e quindi contribuire a velocizzare la introduzione di nuove terapie.
L'iniziativa partirà tra qualche mese. Verrà comunicato come registrarsi nella banca dati non appena la banca dati sarà stata messa a punto dagli informatici.
Riabilitazione Dr. G. Frazzitta
Negli ultimi anni la riabilitazione per i malati di Parkinson si è notevolmente evoluta.
È stato dimostrato che l'uso di stimoli visivi o uditivi (i cosiddetti “cues”) possono migliorare la lunghezza del passo, i blocchi improvvisi della marcia (“freezing”) e l'equilibrio. Altro elemento importante è il tapis roulant (“tappeto ruotante”), che nell'ambito di importanti studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali si è dimostrato uno strumento fondamentale per migliorare le caratteristiche del passo (lunghezza e velocità) dei pazienti parkinsoniani. Il paziente parkinsoniano ha difficoltà nell'iniziare in maniera automatica un movimento ed a mantenerlo nel tempo. Se si utilizza un tapis roulant il paziente è obbligato dallo scorrimento del tempo a mantenere un ritmo corretto e costante del cammino, allenandosi così in maniera efficace.
Mancano ancora studi sulla durata ottimale della riabilitazione nel paziente parkinsoniano. Tuttavia, è stato effettuato uno studio negli anziani con tendenza alle cadute, che ha permesso di stabilire che serve un totale di 50 ore, 25 sedute di 2 ore ciascuna.
In base all'esperienza acquisita ed alla letteratura scientifica è stato messo a punto un percorso riabilitativo intensivo che prevede, in regime di ricovero ospedaliero, 3 sedute giornaliere ciascuna di circa 60 minuti, 5 giorni la settimana per 4 settimane: durante la prima seduta il paziente effettua lavoro individuale con un fisioterapista che lo induce a prendere coscienza dei suoi problemi per quanto riguarda la postura, l'equilibrio e la funzionalità delle articolazioni, proponendo strategie per correggerli. La seconda seduta prevede lavoro con diverse apparecchiature (tra cui, ovviamente, il tapis roulant assieme ai “cues”) scelte apposta per facilitare il riapprendimento della corretta sequenza dei gesti richiesti per compiere determinati movimenti ovvero una rieducazione cognitiva. La terza seduta prevede esercizi di tipo occupazionale atti a migliorare l'autonomia nelle attività del vivere quotidiano: scrivere, girarsi nel letto, alzarsi da una poltrona, uso di utensili, ecc. Questo protocollo si è rivelato essere particolarmente efficace nel rallentare l'evoluzione della malattia e nel ridurre la necessità di aumentare il dosaggio farmacologico. Se un paziente si mantiene autonomo ed è in grado di camminare correttamente non avverte la necessità di aumentare il dosaggio farmacologico e può mantenere una buona qualità della vita interrompendo quel circolo vizioso disturbi del cammino-riduzione dell'autonomia-peggioramento clinico responsabile del decadimento della vita dei pazienti parkinsoniani.
Idealmente bisogna iniziare la fisioterapia nelle fasi iniziali della malattia, perché è più facile prevenire che correggere. Questo vale soprattutto per il pazienti veramente disposti ad applicarsi ed a trarne il massimo. Questo concetto non è noto a tutta la classe medica; vi è un grande bisogno di formazione. In questo paese esiste una figura professionale che non esiste altrove, quella del fisiatra, che non ha una preparazione specifica per il Parkinson e spesso rifiuta di dare l'accesso alla fisioterapia ai pazienti in fase iniziale, anche perché mancano le strutture. Bisogna pensare che i parkinsoniani sono circa 200.000 in Italia, 22-25.000 nella sola Lombardia.
Attualmente AIP dispone di quasi un centinaio di letti in 3 centri in Lombardia, una rete che permette di riabilitare più di 1000 pazienti all'anno:
· Gravedona (il convegno si è tenuto qui per festeggiare l'apertura di questo centro) che ha 40 letti per i percorsi di fisioterapia intensiva per 4 settimane, descritti in precedenza
· Trescore Balneario (40 letti) che prevede un percorso individualizzato in base alle necessità, che comprende anche interventi particolari, come la logopedia e la psicoterapia
· Cernusco sul Naviglio (16 letti), che prevede un percorso misto con sessioni sia di lavoro individuale che di gruppo, in quanto è stato osservato che occorre sia il primo per intervenire sui problemi individuali che in secondo per stimolare il malato. Il fiore all'occhiello di questo centro è la sessione settimanale per il caregiver tenuto da un neuropsicologo con una grande esperienza con malati di Parkinson, il Dr. De Gaspari
AIP lavora per proporre soluzioni sostenibili per il Servizio Sanitario Nazionale che siano vantaggiose per i pazienti. È chiaro che questo deve avvenire non solo in Lombardia, ma anche a livello nazionale.
DOTE INPDAP LOMBARDIA Dr.ssa M.T. Scarpa
È un progetto realizzato in collaborazione con la Regione Lombardia che prevede un aiuto economico alla famiglia di 4000 euro, nonché la possibilità di accedere ad una serie di servizi, quali l'assistenza socio-assistenziale al domicilio, completa e per periodi programmati o improvvisi, in sostituzione del caregiver o dell'assistente familiare e servizi di telesoccorso/ telesorveglianza a domicilio per periodi di assenza del caregiver. I requisiti per l'accesso sono i seguenti:
· titolare di una pensione INPDAP (ha questo tipo di pensione chi ha svolto un lavoro alle dipendenze dello Stato, quali per es. gli insegnanti) o avere un coniuge che lo è
· riconoscimento dell'invalidità civile al 100%
· reddito con indicatore ISEE inferiore o uguale a 30.000,00 Euro
I fondi sono ancora disponibili ed i parkinsoniani con questi requisiti sono pregati di rivolgersi alla AIP.
PROGETTO AFRICA Dr. R. Cilia
La Fondazione ha aperto un primo ambulatorio dedicato al Parkinson in Ghana presso un centro comboniano indicato dal cardinal Martini alcuni anni fa. Il progetto si è esteso ed ora la Fondazione supporta tre centri in Africa ed il numero di pazienti parkinsoniani seguiti ormai supera il centinaio.
L'esperienza è stata unica nel suo genere.
Da un lato la Fondazione ha svolto una attività umanitaria, permettendo a persone gravemente disabili, dopo la diagnosi di malattia di Parkinson e l'assunzione di levodopa, di ritornare alla vita.
Dall'altro neurologi ricercatori hanno avuto l'opportunità di osservare pazienti con molti anni di malattia mai trattati con levodopa, una popolazione di pazienti inesistente nel mondo occidentale. L'osservazione ha permesso di stabilire che le cosiddette complicazioni da terapia con levodopa a lungo termine (fluttuazioni motorie ovvero funzionamento intermittente) in realtà compaiono rapidamente anche nei pazienti con malattia di Parkinson in fase avanzata mai trattati prima (addirittura dopo la prima somministrazione!). Questa è stata una osservazione fondamentale. Finora si pensava di rimandare l'uso della levodopa il più possibile per non “bruciarsi” questa opzione terapeutica e rimandare la comparsa delle complicazioni. Ora si è capito che rimandare l'introduzione di questo farmaco non serve.
Attualmente una equipe multidisciplinare che comprende neurologi, nutrizionisti e neuropsicologi va in Africa due volte all'anno. Tra una visita e l'altra i pazienti vengono seguiti dai medici locali, che non sono neurologi.
Si è sentita la necessità di renderli più autonomi tramite una attività di formazione. La Fondazione organizza un corso di formazione sulla diagnosi e gestione delle malattie neurodegenerative dal 16 al 18 settembre p.v. ad Accra, in Ghana. Ciascuno dei 30 ospedali in Ghana può mandare un medico al corso. Lo scopo è di creare una rete di medici ospedalieri con nozioni di neurologia di base per la diagnosi ed il trattamento delle patologie neurologiche in Ghana. Dopo il corso tutti i partecipanti avranno la possibilità di rivolgersi tramite e-mail ai docenti, inviando documentazione e videoregistrazioni di pazienti per avere consigli su come gestire i casi dubbi. L'iniziativa è co-sponsorizzata dalla Federazione Mondiale dei Neurologi e dalla Movement Disorders Society assieme alla Fondazione Grigioni.
MUCUNA PRURIENS Dr.ssa E. Cassani
Attualmente circa 120 pazienti in Africa sono in trattamento con levodopa. Molti di questi pazienti sono indigenti e non possono permettersi di pagare il farmaco, il cui costo attualmente è sostenuto dalla Fondazione. Con il tempo e l'aumento del numero di pazienti questo impegno sta diventando gravoso, per cui sono iniziate ricerche per trovare una soluzione.
Nella medicina ayurvedica viene consigliato per la malattia di Parkinson l'estratto di una pianta, Mucuna Pruriens. Si tratta di una leguminosa diffusa in Asia, Africa e Sud America. Sono stati raccolti semi della pianta venduti in Africa e sono stati analizzati per capire quali potessero essere i principi attivi. È stata individuata la presenza di levodopa. I semi sono stati poi sottoposti a vari tipi di cottura per stabilire come varia la concentrazione di levodopa e quali consigli dare per utilizzare questo alimento a scopo terapeutico.
Attualmente si sta pensando ad un progetto di ingegneria genetica per poter eventualmente aggiungere alla pianta la carbidopa, che sembra essere contenuta nella fava gialla iraniana, in modo da ottenere una seme che contenga l'associazione di levodopa e carbidopa (i principi attivi del prodotto Sinemet) nelle giuste proporzioni.
Questo progetto non ha solo fini umanitari, come il trattamento dei pazienti nei paesi in via di sviluppo, ma tutto il progetto africano è una preziosa fonte di informazioni importantissime per la ricerca scientifica internazionale e per cercare di sconfiggere la malattia.
BANCA DEI TESSUTI NERVOSI Dr. C. Ruffmann
La Banca dei Tessuti Nervosi (BTN) è una componente fondamentale della biobanca presso il Centro Parkinson ICP che ha tre finalità:
· Ottenere una diagnosi definitiva e certa della patologia di cui soffriva il paziente
· Raccogliere campioni di tessuto che possono essere offerti a ricercatori per studi scientifici a livello internazionale, soprattutto per cercare di correlare i sintomi con i reperti neuropatologici e per studiare l'espressione dei geni/epigenetica (RNA) ovvero quanto si manifesta un gene portato di mutazione
· Ricerca scientifica locale che comprende una serie di progetti:
· Parkinson associato a mutazione sul gene della Parkina (Park2)
· Soggetti con Parkinson e storia di esposizione a sostanze neurotossiche
· Alterazioni dei microtubuli (parte dello scheletro della cellula) come componente nello sviluppo della malattia
· Studio delle quantità di ferro contenute nei neuroni per valutare il ruolo dei depositi di questo metallo nella progressione della malattia
La Banca ha già permesso di approfondire i reperti anatomo-patologici in un portatore di mutazione del gene LRRK2 (Park8)
L'adesione prevede un consenso. Si ricorda che in occasione della raccolta, che deve avvenire rapidamente entro poche ore dal trapasso, vi è il massimo rispetto della salma. L'eventuale trasporto in ambiente idoneo per la raccolta è a carico della Fondazione.
Chi volesse aderire è cortesemente pregato di rivolgersi alla Fondazione Grigioni in via Zuretti 35, Milano.
CELLULE STAMINALI Discussione con contributi della Dr.ssa R. Giordano, Prof. G .Pezzoli, Dr.ssa M. Canesi ed un intervento della paziente trattata a Lima
La discussione inizia con l'affermazione che è importante rispettare le leggi, che esistono per tutelare noi cittadini. Le scorciatoie non convengono mai, anche se questo significa dover aspettare autorizzazioni per molto tempo. La produzione del materiale da infondere presso un centro regolarmente autorizzato, in grado di produrlo secondo le norme della Buona Pratica di Fabbricazione (Cell Factory, Policlinico di Milano) offre garanzie per quanto riguarda sia la identificazione del materiale infuso (possibilità di affermare con certezza quali cellule hanno determinato gli effetti) sia per quanto riguarda il rischio di contaminazione. La Fondazione ha dovuto aspettare anni prima di iniziare lo studio clinico con le cellule staminali nella Paralisi Supranucleare Progressiva (PSP – una grave forma di parkinsonismo), ma ora potrà condurre lo studio regolarmente ed ottenere robuste prove scientifiche che documentano il grado di sicurezza e di efficacia delle cellule staminali mesenchimali autologhe (dello stesso paziente) in questa patologia.
La richiesta di autorizzazione, oltre ad essere lunga, ha anche condizionato la scelta dei criteri di inclusione: era molto più facile ottenere l'autorizzazione per un parkinsonismo grave, invariabilmente fatale, per cui non esiste alcuna terapia piuttosto che per la malattia di Parkinson, che non è fatale e per cui esistono molto terapie sintomatiche.
Lo studio prevede la randomizzazione dei pazienti, ovvero la loro assegnazione casuale a due bracci di trattamento:
- un braccio prevede il trattamento a base di cellule staminali mesenchimali subito ed una simulazione della procedura dopo 6 mesi,
- l'altro braccio prevede la simulazione subito ed il trattamento dopo 6 mesi.
Il trattamento a base di cellule staminali consiste nel prelievo di un campione di midollo osseo, l'identificazione e la coltivazione delle cellule staminali mesenchimali in laboratorio presso la Cell Factory del Policlinico di Milano e poi la loro reinfusione per via intra-arteriosa fino al cervello, sempre al Policlinico di Milano. Sono previsti esami clinici e di laboratorio per la valutazione della sicurezza, nonchè neuroimmagini del cervello e test neuropsicologici per la valutazione della efficacia.
La Fondazione ha scelto le cellule staminali di tipo mesenchimale, perché sono quelle in grado di produrre fattori di crescita e sostanze anti-infiammatorie in grado di aiutare cellule nervose in difficoltà. Possono essere considerate dei contenitori di queste sostanze e, come tali, vengono considerati una specie di farmaco. In altre indicazioni (malattie autoimmuni) la terapia a base di cellule staminali mesenchimali è già in fase III ovvero sono già in corso studi per ottenere l'autorizzazione alla immissione in commercio, mentre lo studio proposto nella PSP è di fase I/II ovvero siamo nelle fasi ancora iniziali dello sviluppo.
Prima dello studio randomizzato è prevista una fase preliminare in aperto in cui tutti i pazienti vengono trattati con le cellule staminali per valutare la sicurezza della procedura.
Si presenta una paziente che si è sottoposta a terapia a base di cellule staminali a Lima. Afferma di essere affetta da malattia di Parkinson da 10 anni. Riferisce che la procedura è stata effettuata da una equipe molto efficiente e gentile in un ambiente in cui si rispettavano le norme igieniche. Secondo lei, ha tratto beneficio dalla terapia. In particolare riferisce che è aumentato il suo livello di energia. I neurologi che l'hanno in cura in Italia (Prof. Pezzoli, Dr. Isaias), tuttavia, non hanno riscontrato alcun cambiamento obiettivo all'esame neurologico.
Si sottolinea che a Lima viene reinfuso una specie di centrifugato del campione di midollo osseo, che conterrà cellule staminali in minima parte. La differenza tra la terapia a Lima ed a Milano viene raffigurata come la differenza che c’è tra i prodotti erboristici e quelli farmaceutici.
Per quanto riguarda lo studio a Milano, attualmente è in corso la fase preliminare in aperto, che prevede il trattamento di 5 pazienti. Due pazienti sono stati già trattati ed altri tre sono stati già reclutati. La Dr.ssa Canesi, che li ha in cura, afferma che la prima paziente ha presentato una riduzione delle distonie dolorose durante la notte e della grave rigidità del collo. Il secondo paziente attualmente è stato valutato al 15° giorno di trattamento. Durante la prima settimana dopo il trattamento ha sviluppato una infezione urinaria, mentre in seguito le condizioni cliniche sono migliorare sia dal punto di vista del paziente che del caregiver.
Nota conclusiva
Chi non ha potuto partecipare al convegno e desidera conoscere più approfonditamente il dibattito su questi argomenti può richiedere la registrazione della sessione presso la Fondazione Grigioni.
Presidente della Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, nonché Direttore del Centro Parkinson ICP di Milano e Presidente della AIP, Associazione Italiana Parkinsoniani
JH: In questo periodo dell’anno bisogna decidere a chi donare il 5 X 1000. Sono qui per capire perché conviene donarlo alla Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, un ente morale con la missione di raccogliere fondi e sponsorizzare ricerche sulla malattia di Parkinson ed i parkinsonismi. Si riesce ancora a condurre ricerca in Italia?
GP: Certamente. In base ad una classifica internazionale effettuata da una agenzia molto nota, la SCImago (www.scimagojr.com), l’Italia si è classificata ottava a livello mondiale per la ricerca in campo biomedico nel periodo 1996-2011, dopo Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone, Canada, Francia ed Australia. Con l’eccezione del Canada e dell’Australia, si tratta di paesi che hanno un prodotto interno lordo superiore a quello dell’Italia, che risulta pertanto avere una produttività veramente buona.
JH: Mi fa piacere pensare che la ricerca biomedica sia molto attiva in Italia. Bisogna pensare poi al campo in cui investire. Certo, la Fondazione Grigioni è attiva in un campo affascinante, quello delle cellule staminali, ma tratta la malattia di Parkinson, che non è una priorità sia perché riguarda prevalentemente la popolazione anziana, sia perché riguarda una parte limitata della popolazione (300.000 persone circa).
GP: Premesso che ci sono anche casi di Parkinson giovanile (l'altro giorno ho visito un paziente che aveva avuto l'esordio a 12 anni e pensiamo ad un personaggio famoso, l'attore Michael J Fox, che ha avuto l'esordio a 29 anni), ricordiamo che l'età media di esordio è 58 anni ed oggi, in seguito alla riforma introdotta dal governo Monti, si va in pensione a 67 anni ed oltre – dunque mediamente compare quando il lavoratore ha davanti a sé ancora 10 anni di lavoro. Inoltre, la malattia presenta analogie con altre malattie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer, e si pensa che possano avere fattori causali in comune. Pertanto, la ricerca sul Parkinson può avere ricadute anche per le altre malattie neurodegenerative. Questo è molto importante, perché la frequenza delle malattie neurodegenerative nel loro complesso sta aumentando velocemente. Dato che queste malattie conducono progressivamente a disabilità anche totale, ma permettono una sopravvivenza lunga (i parkinsoniani possono vivere più di 30 anni dopo la diagnosi) finiranno per costituire un fardello insostenibile per la società se non interveniamo efficacemente.
JH: D’accordo, mi ha convinto. Ma perché proprio la Fondazione Grigioni?
GP: Perché la Fondazione ha un approccio alla ricerca sulla malattia di Parkinson e parkinsonismi di vasta portata che non ha eguali.
Tanto per cominciare, sponsorizza la banca dati clinica del Centro Parkinson ICP di Milano, che ormai contiene dati relativi a 22.000 pazienti seguiti per periodi fino a 16 anni, con documentazione particolareggiata che comprende fino a 250 variabili. Sponsorizza poi la Biobanca, che conserva materiale biologico per ricerche di vario genere, disponibile su richiesta per ricercatori sia italiani che stranieri: sangue per l'estrazione del DNA e RNA per studi di genetica, campioni di pelle per la trasformazione di fibroblasti della pelle in cellule staminali, campioni di tessuto nervoso per studi istopatologici.
Inoltre sponsorizza molti altri tipi di ricerca: ricerche sui fattori ambientali, studi di approfondimento sui farmaci anti-parkinson, nonché studi sui circuiti nervosi documentati con le neuroimmagini, progetti internazionali (per es. il progetto Africa) e ricerca sulle cellule staminali. Per approfondimenti si può consultare il sito www.parkinson.it.
JH: So che attualmente avete uno studio in corso sulle cellule staminali. A che punto è?
GP: Abbiamo già trattato 2 pazienti e ne abbiamo reclutati altri 3. Quando abbiamo trattato i primi 5 pazienti dobbiamo relazionare all'Istituto Superiore di Sanità, perché l'autorizzazione è soggetta a questa clausola. Se tutto procede bene, avremo l'autorizzazione a proseguire e trattare altri 20 pazienti.
JH: Se non erro, la PSP è una forma di parkinsonismo che è rara. Avrete problemi a reclutare gli altri 20 pazienti?
GP: Assolutamente no. Migliaia di pazienti afferiscono al Centro Parkinson ICP dove si svolge ed abbiamo tante richieste. Si figuri che siamo stati contattati anche da pazienti negli Stati Uniti.
JH: Dagli Stati Uniti? Per loro non è più facile andare a Lima, dove ha accompagnato Lei una paziente?
GP: Le due terapie non sono identiche. In entrambi i casi viene prelevato un campione di midollo osseo e le staminali vengono reinfuse tramite un catetere nelle arterie che portano il sangue al cervello. Tuttavia, a Lima la parte del midollo osseo che contiene staminali viene reinfuso subito, mentre nel nostro studio ci sono due fasi intermedie, eseguite presso la Cell Factory (“Fabbrica delle Cellule”) del Policlinico di Milano: 1) isolamento delle cellule staminali di un tipo particolare, le cellule staminali mesenchimali, che producono fattori di crescita in grado di prolungare la sopravvivenza di cellule nervose; 2) la loro coltivazione in vitro in modo da produrre un numero elevatissimo di cellule staminali mesenchimali da infondere. Così riteniamo che ci siano più probabilità di ottenere un effetto terapeutico significativo.
JH: Come sono andati i primi due pazienti?
GP: Sono andati bene, non si è verificato alcun effetto collaterale. Per quanto riguarda eventuali effetti terapeutici, qualcosa ci sembra di avere visto. Tuttavia, è presto per poter dire qualcosa con certezza, perché tutti i primi 5 pazienti saranno trattati con le staminali e lo sanno. Il miglioramento che si osserva potrebbe essere dovuto al cosiddetto effetto placebo: un paziente è convinto che la terapia funzionerà e si sente subito meglio, anche se in realtà la terapia non funziona – è un inganno della mente. Potremo veramente affermare qualcosa dopo avere trattato i successivi 20 pazienti in cieco ovvero in condizioni in cui non sanno se hanno ricevuto la terapia a base di staminali oppure solo una simulazione della procedura. Purtroppo abbiamo fondi per trattare solo i primi 5 pazienti. A meno di ricevere ulteriori donazioni, non potremo effettuare la parte in cieco. Stiamo parlando di una cifra considerevole, perché ciascun paziente costa quasi 30.000 euro.
JH: Quasi 30.000 euro per un paziente! Come mai costa così tanto?
GP: Innanzitutto ci sono le spese della Cell Factory, che richiede attrezzature e reagenti molto costosi. Poi c'è la spesa per la degenza necessaria per l'esecuzione della infusione intra-arteriosa delle cellule, perché il SSN non riconosce le degenze per motivi di ricerca. Inoltre, i pazienti vengono seguiti per un anno, durante il quale oltre alla usuale visita neurologica, vengono effettuati esami aggiuntivi per la valutazione della efficacia ovvero l'analisi multifattoriale computerizzata dei movimenti; acquisizione di immagini del cervello tramite SPECT e PET ed una serie di test neuropsicologici.
JH: Veramente una valutazione approfondita, non c’è che dire. Lascio ai lettori giudicare in base a questa intervista ed a quanto risulta sul sito a chi donare il 5X1000. Chi volesse donarlo alla Fondazione troverà sul sito le modalità per effettuare la donazione.
JH: Innanzitutto grazie per acconsentito di parlare con me, anche e soprattutto da parte di tutti i pazienti che hanno chiesto di lei.
Paz: Confesso che inizialmente avevo intenzione di rifiutare, perché è doloroso per me parlare della mia malattia. Poi ho pensato agli altri pazienti. Mi sono messa nei loro panni ed ho capito che un resoconto da parte mia può essere importante … ed eccomi qui.
JH: Cominciamo dall’inizio. Come mai ha deciso di andare a Lima?
Paz: Ormai sono ammalata da 10 anni. La malattia cominciava veramente a farsi sentire, sentivo di peggiorare, ero in crisi e dovevo fare qualcosa. Avevo partecipato al convegno AIP nel 2011 e lì avevo incontrato il Dr. Brazzini, che opera a Lima. Lui mi aveva ispirato fiducia. Nell'estate del 2012 ho pensato di contattarlo e chiedergli se riteneva che la terapia a base di cellule staminali che lui somministra potesse essere utile nel mio caso. Ha voluto ricevere tutta la mia documentazione e la risposta è stata affermativa. Così, sono partita.
JH: Nel frattempo è partito uno studio anche qui in Italia. Perché non ha aspettato di farlo qui?
Paz: L'estate scorsa lo studio non era ancora autorizzato. In ogni modo ho fatto bene, perché lo studio è autorizzato solo in una forma rara di Parkinson, non per la malattia di Parkinson solita che ho io.
JH: La procedura è stata come se lo aspettava?
Paz. No, è stata molto meglio.
JH: Molto meglio?! Che cosa intende?
Paz: All'andata ero un po' preoccupata. Invece l'equipe del Dr. Brazzini è molto efficiente. Mi hanno spiegato tutto nei dettagli e mi hanno fatto firmare un consenso. Poi, tutto è successo esattamente come avevano detto, sembrava che seguissero una tabella di marcia al minuto, senza perdere un colpo. Inoltre, tutti sono stati gentilissimi. Insomma, mi sono trovata veramente bene.
JH: Mi racconta concretamente che cosa è successo?
Paz: Prima della procedura mi hanno fatto degli esami del sangue per l'anestesia ed un esame neurologico, poi mi hanno anestetizzato per il prelievo del campione di midollo osseo da cui estrarre le mie cellule staminali.
JH: Anestesia di quale tipo: locale, spinale o generale?
Paz: generale con la mascherina. Ho perso conoscenza, ma per poco tempo (20 minuti circa). Dopo qualche ora, era pronta l'infusione e mi hanno anestetizzato di nuovo, questa volta per più tempo. Poi mi hanno portato in ospedale, dove ho trascorso la notte, una misura precauzionale nel caso fosse insorta qualche complicazione.
JH: Come è stato il risveglio?
Paz: molto positivo, mi sentivo benissimo, piena di energie.
JH: Non faceva male dove avevano infuso le cellule staminali?
Paz: Avevo un cerottone sul pube perché la infusione era stata fatta nell'arteria femorale, ma non faceva male. Il cerotto è stato tolto il giorno dopo prima della dimissione. Non vedevo l'ora, perché con le nuove energie avevo voglia di andare in giro.
JH: Andare in giro?
Paz: Sì, il giorno dopo la procedura sono andata a fare un giro turistico.
JH: E nei giorni successivi?
Paz: Ogni giorno andavo per un controllo che veniva fatto personalmente dal Dr. Brazzini. Mi hanno anche offerto una seduta con uno psicologo per capire come convivo con la malattia ed elaborare la particolare esperienza della terapia con le mie cellule staminali. L'ultimo giorno prima della partenza sono stato visitata anche dal neurologo.
JH: C'è stato qualche effetto collaterale?
Paz: No, tutto bene. E l'energia è rimasta per tutto il tempo.
JH: Quanto si è trattenuta in Perù?
Paz. Una settimana.
JH: E al ritorno?
Paz: Al rientro sono andata al mare e sono stata benissimo. Prima di partire prendevo lo Stalevo ogni 3 ore. Al rientro potevo rimandare l'assunzione e prendere la compressa anche 1 o 2 ore più tardi. Questo è durato per un mese. Poi, purtroppo sono peggiorata e sono tornata quasi come prima. Ho notato che ora la differenza tra il bene dell'ON ed il male dell'OFF è maggiore, prima c'era meno differenza.
JH: Allora i benefici sono scomparsi
Paz: No, i benefici ci sono ancora, ma meno pronunciati. Diversi amici mi hanno detto che mi vedono meglio.
JH: E la sua famiglia cosa dice?
Paz: Anche i miei familiari mi vedono meglio. Soprattutto mio figlio minore mi dice che sono migliorata.
JH: “E’ migliorata” è un po' vago. Non può spiegare meglio, magari fare qualche esempio pratico?
Paz: Il livello di energia è rimasto più alto di prima, mi stanco meno, riesco a fare di più.
JH: Per esempio, che cosa riesce a fare di più?
Paz: Quando vado in palestra a fare step, prima non riuscivo a continuare per un'ora come gli altri partecipanti “normali”, ora invece sì.
JH: Un'ora di step!! Io, che non ho il Parkinson, non riuscirei con il mio ginocchio malandato. Effettivamente, bisogna ammettere che l'energia non le manca.
E ora l'ultima domanda, la domanda più importante: lo rifarebbe?
Paz: Assolutamente sì. Il bilancio è positivo, nessun effetto collaterale ed il beneficio c’è, anche se, lo confesso, speravo che fosse di più. Del resto il Dr. Brazzini aveva detto che gli effetti variano da paziente a paziente e che a volte una infusione non basta.
JH: Allora intende tornare a Lima?
Paz: No, non credo, almeno spero di no. Ormai lo studio con le staminali del Prof. Pezzoli è partito in Italia ed io preferirei ricevere un'altra infusione qui per tutta una serie di motivi: innanzitutto il Prof. Pezzoli è il mio neurologo di fiducia e preferirei affidarmi a lui; altri motivi sono che qui c'è la garanzia del Servizio Sanitario Nazionale e poi qui la terapia con le staminali è diversa. Il Professore mi ha spiegato che qui l'infusione non si riceve poche ore dopo il prelievo di campione di midollo osseo, ma alcune settimane dopo, perché si isolano le cellule che servono e si fanno moltiplicare in modo da poterne infondere tante. Non so, io non sono un medico, ma mi sembra che così possa funzionare meglio.
JH: Perché ha detto che spera di non dover tornare a Lima?
Paz: Perché attualmente l'autorizzazione per trattare i pazienti con malattia di Parkinson come me non c’è. Temo che quando ne avrò bisogno in futuro io non possa riceverlo in Italia.
JH: Ci auguriamo tutti che questo non succeda. Vedrà, se i risultati dello studio sulla terapia a base di cellule staminali nella PSP sono positivi, le autorità cambieranno il loro atteggiamento. Grazie ancora per la sua disponibilità da parte di tutti i lettori.