Quando i pazienti si lamentano
Stanno indebolendo sempre di più il sistema sanitario pubblico. Un medico neoassunto ne sostituisce tre che vanno in pensione
Pubblichiamo qui di seguito una lettera emblematica.
Sono la moglie di un parkinsoniano, mi permetto di rappresentare la voce di quanti come mio marito si ritrovano nelle stesse condizioni di salute e si sottopongono alle cure e visite periodiche da parte dei medici neurologi e specialisti del Centro Parkinson presso il CTO di via Bignami - Milano.
È questa una struttura della sanità funzionante, costruita in tanti anni di lavoro grazie al laborioso impegno dei medici e di coloro che vi operano per il bene del malato di Parkinson, in tutti i suoi aspetti, dove la criticità di un problema non passa inosservata.
Infatti, da un periodo di tempo a questa parte, medici specialisti che seguono i malati di Parkinson vengono distratti dai loro compiti principali o avvicendati verso altri incarichi, (guardie mediche, una sorta di tappabuchi), che esulano dalle loro specifiche funzioni professionali.
Un modo di procedere inadeguato che causa discontinuità nelle cure mediche, genera inefficienza del servizio e perdite di tempo, coinvolgendo gli stessi familiari.
Inoltre questi disagi sono, nei confronti dei malati, motivo di ansia per le incertezze che incontrano nelle vane attese tra una prenotazione di una visita medica e l'altra, tenendo conto che la patologia è progressiva e necessita un costante aggiornamento terapeutico.
La cosa che lascia sconcerto è che tutto ciò sembra sia stato deciso esternamente, nell'ambito della Regione Lombardia, senza preventiva consultazione o conoscenza della reale situazione interna del Centro Parkinson. Da chi? Dalla dirigenza della sanità lombarda? È la stessa che si fregia emblema nel campo dell'efficienza sanitaria nazionale, quale esempio da seguire ?
Se dei provvedimenti a caso vengono introdotti in una struttura sanitaria quale per sua eccellenza è il "Centro Parkinson presso il CTO di Milano", che sorta di problema dovrebbe verificarsi? Diciamo nessuno, tanto i parkinsoniani e chi li cura, non sono fonti di produttività, essi rappresenterebbero solo un debito pubblico e pertanto tagli di qualsiasi natura, ben vengano.
Ma non è proprio così e si spera che tutto questo sia solo un preliminare approccio che non può continuare ad oltranza poiché al suo prolungarsi i parkinsoniani faranno seguire la loro determinata voce. Vogliamo fare i risparmi sulla pelle dei malati di Parkinson? Pensiamoci bene prima di farlo!
lettera firmata
Sono più di 25 anni che l’AIP si batte per ottenere i servizi necessari per garantire la qualità di vita dei pazienti parkinsoniani e vanta notevoli successi, primo dei quali l'istituzione del centro Parkinson in via Bignami a Milano, oggi Centro Parkinson ASST Pini-CTO.
I tempi sono difficili ma non per tutti. Una visita per Parkinson viene pagata dal SSN 27 euro. I privati quindi preferiscono le patologie chirurgiche, ben pagate, ortopedia e neurochirurgia in testa. Il pubblico deve fare tutto. Perchè il Parkinson possa essere redditizio occorrerebbe "visitare" un paziente ogni 10 minuti. Solo per far firmare il consenso all'uso dei dati personali ed il consenso per la presenza di un parente o accompagnatore alla visita ne occorrono 5. I medici che se ne vanno non vengono sostituiti. Neurologi superspecialisti vengono chiamati a fare guardie generiche perchè gli ospedali si svuotano.
Tacere non serve a niente facciamolo sapere scrivendo ai giornali, ai politici che conosciamo, alle persone che possono contare nelle decisioni. Continuiamo a parlarne.
Il Presidente Gianni Pezzoli