Come comportarsi di fronte ai pazienti parkinsoniani con disturbi psichiatrici?
Atti del 37° Convegno Nazionale AIP – Milano, 6 giugno 2015
È meglio che i pazienti con disturbi psichiatrici siano gestiti dal neurologo oppure dallo psichiatra?
Il miglioramento dell'efficacia delle terapie per i disturbi motori della malattia di Parkinson ha determinato un allungamento di una buona qualità di vita dei pazienti e questo ha reso evidenti altri sintomi della malattia che prima passavano in secondo piano e tra questi i sintomi psichiatrici sono quelli più frequenti. Tali sintomi sono in parte causati dai farmaci antiparkinsoniani che, se assunti in grosse quantità, hanno un'azione cocaino simile e possono determinarne effetti analoghi a quelli della sostanza stupefacente. La presentazione di questi effetti è favorita da una predisposizione personologica e dal decadimento cognitivo che può manifestarsi nelle fasi avanzate di malattia.
La cura di questi disturbi è in prima battuta affidata al neurologo che ridimensiona e ridistribuisce la terapia anti parkinsoniana associando, ove necessario, farmaci che abbiano la funzione di riequilibrare l'aspetto psichico senza interferire sui sintomi motori. Nelle situazioni in cui il disturbo psichiatrico è importante è comunque necessario inviare il paziente allo psichiatra per competenza sul disturbo, anche per cautelarsi dal punto di vista legale, con il quale il neurologo dovrebbe interagire per evitare che vengano usati per periodi troppo lunghi farmaci che peggiorano la funzione motoria dei pazienti parkinsoniani. In conclusione, i disturbi psichiatrici nel paziente parkinsoniano dovrebbero essere trattati dal neurologo appoggiato per consulenze specifiche da uno psichiatra.
Quando vale la pena di cominciare a coinvolgere il collega psichiatra?
Quando il paziente comincia a manifestare gravi disturbi di tipo psichiatrico che non migliorano con la riduzione dei farmaci antiparkinson. Per esempio, non serve chiamare lo psichiatra se il paziente ha allucinosi visive (in altre parole, vede cose che non ci sono, ma si rende conto che non ci sono) perché il dosaggio della levodopa è troppo alto. Bisogna chiamarlo quando ha disturbi gravi della ideazione ovvero pensieri anomali sulle persone e sulle situazioni attorno a lui come paura che qualcuno o tutti siano contro di lui, gelosie anche violente immotivate, paura di essere avvelenati oppure importanti disturbi del comportamento.
Vale la pena invece di coinvolgere periodicamente lo psicologo per affrontare problematiche anche non così gravi, in modo che quest'ultimo possa anche, tra l'altro, monitorare la situazione e segnalare eventuali primi segni di una evoluzione verso patologie di tipo psichiatrico.
A che cosa deve fare attenzione il neurologo?
Il neurologo deve fare attenzione agli atteggiamenti del paziente di fronte a domande specifiche. Di fronte al sospetto di un disturbo del controllo degli impulsi o di un disturbo psichiatrico in genere deve chiedere al paziente di essere accompagnato alla visita dalla persona con cui vive e che può testimoniare quello che accade veramente. Purtroppo spesso il neurologo non conosce la realtà che viene taciuta dal paziente e a volte anche dai parenti che non si presentano alla visita o non rispondono a domande specifiche per falsi pudori. Dietro la facciata presentata nell'inevitabile breve durata di una visita a volte c'è una profonda caverna dove si nascondono i comportamenti che il neurologo non può immaginare se non viene illuminato.