Infusione notturna di apomorfina per il trattamento dell'insonnia nel Parkinson
È appena stato pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Neurology uno studio multicentrico, crossover, randomizzato, controllato, in doppio cieco, chiamato APOMORPHEE, sulla sicurezza e l'efficacia dell'infusione sottocute notturna di apomorfina per il trattamento dell'insonnia nei pazienti con Parkinson.
Sappiamo che i disturbi del sonno sono i più invalidanti tra i sintomi non motori del Parkinson, e che peggiorano moltissimo la qualità della vita sia dei pazienti che dei caregiver. La prevalenza dell'insonnia nel Parkinson aumenta con la progressione della malattia, fino a raggiungere percentuali alte (60-80%) nella fase avanzata. Ricordiamo che la proporzione di individui di una popolazione che, in un dato momento, presenta un determinato sintomo.
L'insonnia nel Parkinson comprende la difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno, associati alla frammentazione del sonno stesso, che possono causare durante il giorno stanchezza, difficoltà di concentrazione e disturbi dell'umore.
Questo studio francese ha coinvolto pazienti con Parkinson di età compresa tra 35 e 90 anni, con fluttuazioni motorie e insonnia da moderata a grave. I 46 pazienti arruolati sono stati assegnati in modo casuale al trattamento con apomorfina sottocutanea notturna (fino a 5 mg/h) o al placebo, hanno poi effettuato 14 notti di washout (cioè una sospensione del trattamento) e il successivo passaggio all'altro intervento, cioè con questa modalità detta crossover, ciascun paziente ha ricevuto entrambi gli interventi (apomorfina e placebo) in tempi diversi.
L' efficacia del trattamento è stata misurata attraverso la variazione del punteggio della scala del sonno (Parkinson’s disease sleep scale, PDSS), una scala composta da 15 voci, che misurano la qualità complessiva del sonno notturno, l'insonnia iniziale e di mantenimento, l'irrequietezza notturna, la psicosi notturna, la nicturia, i sintomi motori notturni, il ristoro da sonno e la sonnolenza diurna.
I risultati sono questi: la variazione media del punteggio della scala del sonno è stata significativamente maggiore con l'infusione notturna di apomorfina rispetto al placebo, e gli effetti collaterali (capogiri in particolare) sono stati segnalati nel 54% dei pazienti trattati con apomorfina e nel 37% di quelli trattati con placebo, dimostrando quindi un profilo di sicurezza complessivo coerente con gli studi precedenti.
Interessante segnalare però che la polisonnografia, cioè lo studio strumentale dei diversi parametri del sonno (lunghezza del sonno, frequenza cardiaca, movimenti del corpo, microrisvegli, ecc.), non ha registrato nessun cambiamento della durata o della latenza del sonno.
Dunque l'infusione sottocute di apomorfina solo notturna, più accettabile rispetto all'infusione di 24 ore, potrebbe essere una buona opzione terapeutica per i pazienti con malattia di Parkinson in stadio avanzato e insonnia moderata o grave.
Fonte: De Cock VC, et al. Safety and efficacy of subcutaneous night-time only apomorphine infusion to treat insomnia in patients with Parkinson's disease (APOMORPHEE): a multicentre, randomised, controlled, double-blind crossover study. Lancet Neurol. 2022 May;21(5):428-437.