La stipsi nella malattia di Parkinson: aggiornamenti su nuovi trattamenti
Atti del 37° Convegno AIP - Milano, 6 giugno 2015
Il Prof. Pezzoli ricorda che la malattia di Parkinson coinvolge non solo la funzione motoria, ma anche il sistema nervoso autonomo, in particolare la parte del sistema nervoso che regola il funzionamento dell’intestino, tanto che la stipsi è un sintomo molto comune della malattia (60% dei pazienti) che può addirittura comparire prima dei sintomi motori
La Dott.ssa Cecilia Marzona, infermiere professionale e dipendente della ditta Coloplast, dove è responsabile per la formazione, ha presentato un dispositivo medico, un sistema di irrigazione intestinale costituito da una unità di controllo con pompa, una sacca d'acqua ed un catetere rettale. Funziona ad acqua, l’acqua va a stimolare l’intestino, una metodica che non influenza la flora batterica intestinale né l’assorbimento dei farmaci. L’obiettivo è di svuotare tutto il colon discendente, in questo modo il paziente risolve sia il problema della stipsi, con evacuazioni estremamente difficoltose e malessere, sia l’eventuale problema di perdite fecali, perché rimane un grosso tratto libero che assicura che non avverrà un’altra evacuazione fino alla irrigazione programmata successiva. La intera procedura, che dura 30 minuti circa, è facile, si può fare sia seduti sul WC che a letto in posizione distesa, ci si può fare aiutare da qualcun altro oppure si può usarlo in autonomia.
La Dott.ssa Michela Barichella, responsabile della UO di Dietologia del Centro Parkinson, sottolinea che questo intervento non deve essere il primo approccio al problema stipsi. La stipsi, sintomo secondario della malattia di Parkinson, necessita di un trattamento dietetico con dieta ricca di fibre e acqua. Quando questo non è sufficiente, è possibile ricorrere a integratori a base di fibre o eventuali lassativi, sempre sotto controllo medico. Se il paziente continua a non avere beneficio si può ricorrere a trattamenti come l’irrigazione o addirittura più complessi come la stimolazione pelvica.
A riprova di questo un paziente dal pubblico riferisce di avere risolto il problema della stitichezza con una lunga camminata al mattina ed il consumo quotidiano di una terrina di verdura cotta e cicoria e tanta acqua.
Domande dal pubblico
Come si può accedere a questo dispositivo? Si può comprare in farmacia?
Dott.ssa Marzona: Il dispositivo non è disponibile per la vendita diretta al pubblico. La politica aziendale è di renderlo disponibile tramite un centro di riferimento specializzato. Questo perché riteniamo che ci debba essere un'indicazione specialistica per il suo uso e che il paziente debba ricevere un training adeguato prima di usarlo a casa.
A quale tipo di specialista si deve rivolgere il paziente?
Dott.ssa Marzona: effettivamente ci può essere il problema di trovare la figura specialistica adeguata. L'azienda sta costruendo una rete di supporto che prevede il coinvolgimento di più centri, l'identificazione di una figura di riferimento e l’organizzazione di training sempre nelle strutture di Neurologia. Attualmente le Unità Spinali sono le strutture più coinvolte.
Lo sforzo che si fa per evacuare ha delle controindicazioni?
In termini medici quello sforzo si chiama torchio addominale. Fa aumentare in maniera considerevole la pressione all'interno dell'addome, rendendo difficile il ritorno venoso. Questo a sua volta, può danneggiare le vene nei pressi del retto determinando la formazione di emorroidi. Inoltre, la compromissione della circolazione locale può favorire la formazione di ragadi.
Conviene fare una colonscopia di controllo?
In linea di massima dopo i 50 anni di età è consigliato fare una colonscopia di controllo ogni 5 anni. Questo per escludere lo sviluppo di un tumore del colon. Quest'ultimo si è ridotto molto perché adesso vi è lo screening basato sulla ricerca di sangue nelle feci e, in caso positivo, sulla esecuzione di una colonscopia.
E se il paziente ha i diverticoli?
Dott.ssa Marzona: la diverticolite è una controindicazione all'uso del dispositivo.