A che cosa serve studiare i gemelli ed analizzare le feci nella ricerca sul Parkinson?
Atti del 37° Convegno Nazionale AIP, – Milano 6 giugno 2015. La ricerca sui pazienti che hanno un gemello. Nella foto la dottoressa Carlotta Bolliri
Il valore dei gemelli discordanti
Prof. Pezzoli: I gemelli, soprattutto quelli identici detti monozigoti, hanno lo stesso patrimonio genetico (genoma). Quando uno dei gemelli ha sviluppato la malattia di Parkinson e l'altro no, il paio di gemelli costituisce un prezioso modello di studio unico nel suo genere. Dato che il genoma è lo stesso, le informazioni genetiche per la costruzione delle proteine necessarie per fabbricare i neuroni e tutto il corpo sono gli stessi, ma evidentemente in un gemello c’è qualcosa interferisce con la corretta fabbricazione delle proteine, un fattore che impedisce alla macchina di funzionare correttamente. Questo fattore può essere qualcosa nell’ambiente o nello stile di vita.
È da 20 anni che la Fondazione Grigioni sponsorizza studi focalizzati sullo studio delle differenze tra chi ha il Parkinson e chi no, nel tentativo di individuare la differenza cruciale all'origine della malattia.
Il Parkinson è dovuto ad alterazioni della flora intestinale?
Un aspetto particolare della malattia di Parkinson è che, generalmente, all'esordio coinvolge solo una metà del corpo e poi si estende all'altra. Se l'ipotetico fattore causale fosse veicolato dal sangue la malattia comparirebbe subito in entrambi i lati, perché il sangue irrora il cervello in maniera omogenea. Dunque, la via di trasmissione potrebbe essere diversa. Adesso l'attenzione si è focalizzata sulla flora batterica intestinale, una quantità enorme di microorganismi che arriva a pesare fino ad 1 kg! È stato appurato che soggetti con varie malattie presentano alterazioni della flora batterica intestinale. Si pensa che molecole patogene prodotte da determinati ceppi di batteri intestinali possano risalire i nervi dall'intestino fino al midollo spinale e poi da lì percorrere le vie nervose per arrivare al cervello. In questo modo potrebbero facilmente avvenire da un lato solo del cervello. Si tratta naturalmente solo di ipotesi.
Lo studio sponsorizzato dalla Fondazione Grigioni
Questa premessa costituisce il razionale di uno studio sponsorizzato dalla Fondazione Grigioni, presentato dalla Dott.ssa Michela Barichella, medico nutrizionista e dalla sua collaboratrice, Dott.ssa Carlotta Bolliri, biologa nutrizionista del Centro Parkinson.
Lo studio prevede la compilazione di un diario alimentare per una settimana e la donazione di un piccolo campione di feci. A chi desidera partecipare, verrà consegnato un questionario per la raccolta di informazioni sulla sua alimentazione ed una provetta per la raccolta del campione di feci. Le informazioni desunte dal diario alimentare verranno inserite in una banca dati provvista di un software che permette di valutare eventuali carenze alimentari. Il campione di feci, invece, serve per l'analisi della flora batterica intestinale. Lo scopo è stabilire se vi sono differenze tra la flora batterica intestinale nei malati di Parkinson rispetto ai soggetti sani. Ecco perché tutti possono partecipare. Ovviamente, per i motivi esposti prima, vi è grande interesse per la partecipazione di gemelli identici di cui uno abbia il Parkinson e l’altro no.
L'impianto fecale
Qualora lo studio dovesse rivelare che vi sono importanti alterazioni della flora batterica intestinale nei pazienti parkinsoniani, non sarebbe ancora presente una terapia specifica. Esiste tuttavia una terapia sperimentale chiamata “Impianto di feci”. Negli Stati Uniti vi sono aziende che filtrano e puliscono le feci, in modo da ottenere particolari capsule contenenti la flora batterica di interesse, che devono essere ingerite. Questa terapia per ora è disponibile solo per alcune gravi malattie intestinali, dove risulta essere una terapia salvavita. E' invece ancora in fase di studio e ricerca per molte altre malattie.
Cambiare la nostra flora batterica intestinale non è facile. Sappiamo che essa viene determinata molto presto, fin dalla nascita durante il parto e con il latte materno. La flora batterica trasmessa con il latte è influenzata dall'alimentazione della mamma.
Esistono comunque trattamenti molto utili a base di probiotici (fermenti lattici) e prebiotici (fibre). È già stato studiato che la modifica della flora batterica intestinale può avere un effetto positivo sulle condizioni generali di salute in alcune malattie croniche, come nei pazienti obesi.