Parkinson
In questa sezione si parla della malattia di Parkinson e delle sindromi ad essa correlate. Risponde ai lettori un team di esperti della Fondazione Grigioni e del Centro Parkinson Pini-CTO di Milano, coordinati dal professor Gianni Pezzoli, neurologo, presidente Associazione Italiana Parkinsoniani e Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson.
Parkinson
Infusione sottocutanea con fosfolevodopa/foscarbidopa
03 maggio 24
Buonasera dottore, vorrei gentilmente conoscere il suo parere in merito al nuovissimo metodo in oggetto e se vi siano motivi ostativi di non applicabilità alla mia persona. Le riassumo la mia problematica: ho 69 anni, sono un gemello e sono affetto solo io da malattia di Parkinson, diagnosticatami al Ruggi di Salerno (Prof. BARONE) nel giugno del 2014. Da premettere che , a partire dal gennaio2009, accusai improvvise e sconosciute fitte dolorose che partivano a sciami dal basso ventre per concludersi nel cervello. Al CARDARELLI di Napoli in oltre 3 anni svariati primari mi hanno "rivoltato"( gastroenterologo in primis e negli anni altri 3 neurologi, etc.) , nella vana ricerca di una causa senza approdare a nulla. Nel 2013 spuntò sulle prime un'ipotesi di una "patologia somatica"curata con Xanax e Levopraid x oltre 2 anni, cui seguì una concomitante diagnosi di sindrome di Ménière trattata con scatoli di Vertiserc 24. Le misteriose fitte continuavano senza sosta sino al 2014, quando ci fu una significativa svolta. Un'amica francese medico si confrontò con un neurologo italo-francese a Bordeaux ed entrambi in base alla sintomatologia da me esternata, formularono la stessa ipotesi, cioè Parkinson. Il Prof "francese" senza esitazione ci indirizzò direttamente da uno dei massimi specialisti della materia, il Prof. Barone, il quale dopo visita ci confermò in toto che la patologia da lui riscontrata fosse proprio Parkinson. Egli mi invitò ad entrare subito in cura, in quanto già fortemente in ritardo. Dal 2014 con la corretta diagnosi e gli appropriati farmaci la patologia è stata tenuta sotto controllo per lunghi 9 anni ma da qualche tempo la terapia non risponde più alle aspettative. Pur assumendo 550 mg di Sinemet normale e 200 di Sinemet Rm oltre che Xadago 100, Ongentys e Neupro 8 non riesco più a contrastare l'avversa azione neurodegenerativa in atto che mi costringe a lunghi momenti di OFF giornalieri (dalle 5 alle 7/8 ore) con crampi notturni improvvisi, una crescente distonia al piede sx e lunghe discinesie nonostante mi venga somministrata anche la tossina botulinica. Non essendoci altri margini per aggiustamenti farmacologici, mi fu prospettato di passare ad una terapia di 2^ livello con infusione esterna tramite PEG di apomorfina, ma da poco soppiantata dal nuovo e più evoluto metodo sottocutaneo. In attesa di un cortese riscontro, ringrazio e porgo i miei saluti . Natale Scotto
Risposta a cura di
in Parkinson
Caro signor Natale, la storia della sua patologia è piuttosto complessa. Iniziato con sintomi atipici, forse neppure legati al Parkinson (ma di questo non possiamo avere certezza) il suo disturbo è stato trattato con farmaci che invece il Parkinson lo possono indurre. Il Levopraid (levosulpiride) induce parkinsonismo, specie dopo anni di assunzione. Ora la sua terapia è relativamente completa e dovrebbe indurre una risposta accettabile. Andrebbe studiata sia la farmacocinetica (quanto farmaco assorbe realmente) che la farmacodinamica del suo recettore dopaminergico nel cervello (il recettore è ben rispondente?). Il professor Barone è sicuramente molto capace. Se desidera però una seconda opinione posso visitarla a Milano con il SSN. Certamente il suo è un caso che può essere idoneo all'infusione di levodopa, con varie metodiche. La mia mail è Pezzoli@parkinson.it. Cari saluti GP
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